"Pensavo che a voi adulti non succedesse".
Lo dice sorridendo, mentre finiamo di cenare, il sole si eclissa e il caldo dà tregua, sul terrazzo.
"Fomo. Si chiama Fomo. Fears of missing out. La paura di essere tagliati fuori. Ma sì che te ne avevo già parlato! L'ho studiata qualche mese fa, per l'esame di psicologia della comunicazione".
Giorgia lo dice d'un fiato, mentre la guardo con sguardo un poco ebete, cercando di rammentare ciò che ignoro. Mi pare quasi di sentire la ruggine delle rotelle che stentano a ingranare, stridono.
Un lampo. Un barlume di memoria squarcia il buio e rivela che in effetti l'avevo già sentito, ne avevamo già discusso, salvo dimenticarlo quasi subito, tra le molte curiosità che mi ripropongo di riprendere e invece dimentico, del tutto.
Il discorso è riemerso a tavola, mentre tra un tozzo di pane e un pomodoro confessavo di provare un certo disagio ogni volta che in questi giorni do una sbirciata a Instagram o Facebook.
"Sai Giorgia, vedo tutte queste foto di posti splendidi, volti sorridenti, gente felice, in forma, che legge, viaggia, fa cose fighe e mi sento uno schifo, uno sfigato, appunto, come se tutti corrono, vivono intensamente e io rimango fermo".
Fomo. Ora so che si chiama Fomo e non la provo solo io.
Ne scrive pure la Treccani, citando una definizione che mi pare centri esattamente il punto: "il pensiero costante che gli altri stiano facendo qualcosa di più interessante di quello che sto facendo io".
Una sensazione comune e per la quale numerosi esperti, ho scoperto, hanno escogitato risposte, metodi, trucchi, persino un decalogo, tipo quello di Mosè, ma meno enfatico.
Ci provo anch'io, limitandomi a un paio di annotazioni.
Primo: ignorare a lungo il telefono, evitare di essere connessi ai social troppo spesso, specialmente nei mesi estivi e durante le feste comandate, ponti inclusi.
Secondo: ricordare ciò che diceva mio padre, riguardo l'invidia e la percezione distorta secondo cui gli altri stiano sempre meglio o siano più fortunati di noi. "Se tutti portassero i propri guai e ne facesse una pigna, in piazza - diceva - ciascuno tornerebbe a casa scegliendo ancora i suoi".
Vero. Ricordiamolo.
P.S. Vale per le foto e anche per i racconti, tipo questo. Se qualcuno fosse tentato di pensare: "Ma guarda che bravi, guarda di cosa parlano a cena, ammazza che dialogo tra genitori e figli...", sappia che erano due giorni che non ci parlavamo e avevamo rimbrotti vicendevoli e umor nero, ciascuno per conto proprio. Nessuno, per fortuna, è perfetto. Io e la mia famiglia men che meno.
1 commento:
Il grande effetto del FOMO è dato dal fatto che sempre più perdiamo le Vere relazioni rimanendo in balia del vento...
In fondo "io sono ciò che sono per merito di ciò che siamo" tutti può essere usato anche qui...
Se anche te lotti contro il FOMO molla i social e vai a trovare un Buon Amico!
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