Non è facile ogni giorno scrivere qualcosa di sensato. Mi accontenterei che non fosse banale, ma è arduo altrettanto.
Ryszard Kapuscinski, reporter polacco (uno dei miei autori preferiti) nel bel libro "Lapydarium" sosteneva che uno dei mali della professione giornalistica è l'eccesso di scrittura e il deficit di lettura, di riflessione.
Scriviamo troppo. Scriviamo troppo e conseguentemente scriviamo male. In questo senso, il blog è un rischio e un limite, non soltanto un'opportunità.
La rete tuttavia offre un potenziale immenso, cioè non solo scrivere ciò che si pensa, ma leggere anche quello che pensano altri, infiniti altri, per i quali - se meritevoli - è possibile fare da cassa da risonanza.
Io, ad esempio, ho sempre pensato che uno dei pilastri del nostro avvenire prossimo venturo sia quello della riscoperta di una forte componente spirituale a fronte del materialismo diffuso della nostra epoca, con conseguente riscoperta di valori quali la conoscenza, la sapienza, la gratuità.
Un pensiero non facile da sintetizzare in una vita intera di riflessioni, figuriamoci in poche righe. C'è qualcun altro, tuttavia, che pare non estraneo al tema.
In questi giorni, ad esempio, mi sta appassionando ciò che scrive Luca De Biase (sua la foto di questo post, responsabile di Nova 24, dorso tecnologico del Sole 24 Ore) riguardo "economia e felicità".
Un tema sul quale De Biase sta scrivendo un libro, non ancora pubblicato ma in fase di ultimazione.
Giovedì 11 ottobre, poi, c'era un post interessante, che volevo segnalare, anche per i commenti riportati.
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