Tengo fede ai proclami, mettendo sul blog gli articoli che pubblico il giorno precedente su "La Provincia". Lo farò senza accostare alcuna fotografia e titolando il post con le prime parole del titolo del giornale. In più, all'occorrenza, aggiungerò qualche riga di "retroscena", a mò di postilla e ad uso e consumo degli amici che passano di qui.
Presidente baùscia, non si scordi di noi
«Ci penso io». È una lunga, lunga campagna elettorale quella che si concluderà la prossima primavera, nel momento in cui il consiglio regionale verrà rinnovato, presidente compreso. E Formigoni è un passista, un instancabile maratoneta, che non conosce soluzione di continuità: lui in campagna elettorale vive dodici mesi all’anno, fin da quando alla politica è nato, contento come un bimbo che tiene in mano un biberon di latte tiepido. Ieri, a Como, l’ultimo esempio: «Alla Ticosa, se me lo chiedono, ci penso io». «Ghe pensi mi»: non l’ha detto alla lombarda, ma è come se l’avesse fatto. In campagna elettorale, del resto, una promessa non si nega a nessuno (ha persino giurato che la tangenziale di Como si farà, guardandosi però bene dallo specificare come e soprattutto quando). Lo salva il dettaglio che alla parole egli sovente fa seguire un fatto e lo scriviamo noi che, come del resto con il sindaco di Como, non siamo teneri. Formigoni incarna alla perfezione l’imprenditore lombardo, spaccone (il "baùscia") ma anche intraprendente, concreto, che quando decide una cosa è un carro armato. Ci viene in mente l’ospedale, con quei colpi di teatro che parevano tuoni nel vuoto, eppure qualcosa di buono hanno portato. Il fatto è che Formigoni di Como si ricorda poco e la colpa è soltanto nostra, che ogni cinque anni gli concediamo un plebiscito e quando c’è da passare a riscuotere ci assopiamo. Nostra e dei nostri politici, che dormono anch’essi e quando aprono gli occhi, prima ancora di finire lo sbadiglio, litigano tra loro, come i polli di Renzo.
La Provincia, 20.09.09
L'articolo in questione qualche scrupolo me lo ha lasciato, proprio per il titolo scelto e quel "baùscia" (senza virgolette) che può sembrare strafottente e urtare quelle persone pacate, moderate, non necessariamente schierate da una parte o dall'altra, a cui idealmente mi rivolgo quando scrivo un articolo. E' vero che poi nel pezzo si spiega cosa s'intende con il termine "baùscia" (a cui ho sempre attribuito un'accezione affettuosa, considerato che a casa mia, baùscia si attribuisce agli interisti tout court e appunto alle persone intraprendenti ma un po' spaccone) però potevo pensare che per qualcuno suonasse villano. E faccio questa riflessione poiché mi è stato fatto notare dal mio stesso direttore (che appunto risponde a quei requisiti di pacatezza, di moderazione, condivisi dalla maggior parte delle persone che conosco) e avendo come interlocutori i lettori, non certo Formigoni, che in quanto potente (molto potente) considero un vanto e un privilegio punzecchiare, senza badare se lui o qualcuno dei suoi amici sia contento o vada su tutte le furie per ciò che scrivo.
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