In cinque giorni ci viene reso l'inverno sottratto nei primi due mesi. Li chiamano i giorni della merla e quest'anno rispettano in pieno la tradizione. Alla faccia dell'effetto serra (se ne parla di meno, ha lasciato posto allo spread) e di tante chiacchiere ad uso e consumo delle fobie da piazza. Guardo cadere la neve che risalta alla luce dei lampioni. Restituisce tutta la poesia sottratta nelle ore precedenti, viaggiando a dieci allora in superstrada e impiegando non una bensì tre ore. Le orecchie invece ascoltano il primo ministro Monti, protagonista per una sera a Matrix. La calma e la freddezza è la stessa della neve: ha il piglio e anche le spigolature del professore (uno di quelli bravi, ma che devi studiare altrimenti non ti risparmiano nulla, nemmeno le brutte figure) abbinate a una competenza fuori dal comune. Si capisce che capisce, che sa di cosa parla, che ci ha pensato a lungo, ben più di quest'ultimi quattro mesi. In più sa di essere a tempo, premier a orologeria per scelta e per forza, nel senso che proprio questa scadenza che s'è dato, più ancora che gli hanno dato, è la leva che adopera per sollevare le montagne. Un magnificato Cincinnato, ecco come egli ci appare. Certo non vorremmo trovarci al suo cospetto, per essere interrogati, ma il nostro portafoglio glielo affideremmo volentieri, senza pensarci due volte. Intanto la neve cade...
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