"Ci sono tre vie per conoscere Dio". Il prete che me lo dice ha novant'anni e un'energia inaspettata. Parla a voce bassa e con gli occhi che sono due fessure, come colui che aguzza la vista per compensare una durezza d'orecchio che l'età ha reso cronica. "La prima via è l'ascolto, la seconda la bontà e poi c'è la terza, la bellezza".
In questi giorni, come ho scritto nel blog sul sito de "il Cittadino", ci sono ferite aperte che interrogano e affliggono l'uomo più del cronista. Giorgia sta scrivendo qui accanto a me e la guardo calcare con la matita sul foglio bianco. Ha dodici anni, uno in meno della ragazzina coinvolta nella storia che ha sconvolto Como. Il senso di protezione nei suoi confronti è quello di qualsiasi padre degno di questo nome, per cui mi rendo conto di non essere obiettivo, come se poi possa esserlo chiunque, quando si trattano argomenti simili. Preferisco voltare pagina, pensare a quel sacerdote che mi ha raccontato delle tre vie per conoscere Dio e alla terza in particolare, la più laica di tutte, poiché per ascoltare la parola bisogna avere fede e per essere buoni occorre un cuore grande, generoso, colmo di carità cristiana, anche se non necessariamente chiamata in questo modo. La bellezza invece è virtù che può ricercare chiunque, compresi i grandi peccatori che - non è un caso, come ha notato a suo tempo Cesare Marchi - hanno innalzato eccezionali cattedrali. Più arduo, semmai, accordarsi su ciò che sia bello o meno, non trattandosi di un'unità di misura certificabile. Qualcuno sostiene che essa risieda negli occhi di chi guarda, qualche altro che equivalga al vero, altri ancora che sia possibile coglierla intuendola d'istinto, senza spazio alcuno per il ragionamento. Sarà... Io non ho risposte, solo esempi da portare a credito. La libreria, le librerie anzi, di casa mia, con i libri differenti e colorati che sembrano un quadro; i rami spogli del faggio a mezza costa tra il verde giallo dei prati e l'azzurro del cielo; le canzoni lente che ascolto alla radio quando scrivo e quelle rock quando corro; la pelle liscia delle donne quando con la guancia le sfioro; una finestra sbilenca tra l'altra dozzina di finestre perfettamente in squadra sulla parete color amaranto di un edificio; le fotografie di Leonora, di Elena, di Andrea e di tanti altri amici, su Flickr; il rumore della pioggia sul tetto; i quadri di Manlio Rho; gli occhi degli amici Luisa, Valentina, Andrea, Mauro a cena, ieri sera; la tavola imbandita, prima che iniziasse il pasto, sempre ieri sera, e anche quella disordinata, lasciata quando ci siamo alzati che era quasi la una e il tempo volato; i miei due divani Molteni; mia madre a vent'anni, con l'abito bianco da sposa, mentre sorride, anzi ride proprio, di gusto, nell'immagine in bianco e nero appiccicata sul vecchio album; il Mac Air con cui sto scrivendo; e più di tutto il profilo di Giorgia mentre appoggia la matita sul foglio, accanto a me, serena, senza pensieri, come tutte le ragazzine che si sentono amate, al sicuro.
Foto by Leonora
2 commenti:
Bello.. arrivata alla fine del post mi sono accorta che su di me sento quasi più adeguata l'ultima frase rispetto alla prima.
Forse uno arriva a conoscere veramente Dio quando comincia a sentirsi amato, al sicuro e si ritrova così addosso una serenità e una letizia che prima non aveva :)
Poi la bontà, la carità e la bellezza sono l'autostrada verso di Lui.
grazie giorgio
leo
La bellezza... come quella di questo blog. Pulito, sereno, accogliente e che è sempre un piacere da leggere.
Grazie Giorgio
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