Da quando lavoro a Monza tengo ben separati i miei pensieri in forma scritta: sul blog professionale quelli che si riferiscono ai media e alle questioni brianzole, qui invece i temi più personali, quasi intimi direi.
Faccio un'eccezione oggi poiché è vero che ho incontrato Luca Miniero in virtù del ruolo che rappresento, ma voglio lasciare un appunto riguardo un aspetto che ha sorpreso l'uomo, più ancora che il giornalista.
Luca, per chi non lo sapesse e fosse tanto pigro da neppure sbirciare Wikipedia, è uno sceneggiatore e regista che tuttora si guadagna da vivere con gli spot (ne ha fatti di bellissimi) ed è diventato famoso con il film Benvenuti al Sud, a cui ha replicato un altro successo d'incassi, Benvenuti al Nord (tranquilli, perché Benvenuti all'Est e Benvenuti all'Ovest non li girerà, è inutile che sbuffate).
Io per la verità ero rimasto affascinato anni fa, quando avevo visto "Incantesimo napoletano", ma questa è un'altra storia. Stasera Luca era ospite dei Lions e dei Rotary di Monza e Brianza e accettando l'invito della collega Federica mi sono messo a disposizione per fargli da spalla. Non la faccio lunga, dico soltanto che mi ha stupito l'umiltà del personaggio, abbinata alla spontaneità, alla naturalezza con cui ha risposto a tutte le domande, senza rifugiarsi nel banale o, peggio, farsi velo con affermazioni elusive. In pratica, nonostante fossimo su una sorta di palco e con un centinaio di persone che lo ascoltavano, era come se egli parlasse a degli amici, a persone veramente speciali, a cui riservare il diritto e pure il rovescio delle cose. Ho scoperto così quanto costa girare in un giorno uno spot di trenta, quaranta secondi (dai cento ai centocinquantamila euro); quante persone sono impegnate (una quarantina, che diventano una sessantina se si sta girando un film); quanto è importante per gli attori saper improvvisare (nel cinema attuale l'improvvisazione è ben accetta ma non troppo, nel senso che non si deve esagerare: autore e regista hanno lavorato magari sei mesi su una battuta, non sempre l'attore, pur bravissimo che sia, può cavarne una migliore di quella concordata); che le attrice napoletane di cinquant'anni sono le più bizzose e ardue da dirigere; che i registi italiani sono cento volte più bravi degli sceneggiatori italiani; che dai francesi in fatto di commedia abbiamo da imparare; che se fosse stato per lui dopo aver girato Benvenuti al Sud sarebbe passato più tempo prima di girare Benvenuti al Nord; che alcune parti di Benvenuti al Nord non l'hanno convinto; che Claudio Bisio non è stata la prima scelta come attore principale; che la prima scelta era Antonio Albanese e la seconda Giovanni Storti, quello coi baffi di Aldo, Giacomo e appunto Giovanni; che Claudio Bisio è stato per il regista stesso sorprendente, per come ha saputo interpretare perfettamente l'uomo del Nord, diffidente ma che dopo un giorno si è già integrato al Sud perfettamente; che neppure Alessandro Siani era la prima scelta.
A parte questo, ch'è contorno rispetto al piatto principale, la sorpresa è stata trovarsi di fronte una persona che non si è montata la testa, che non si crede un padreterno e che senza fare teatro è capace di emozionare semplicemente restando se stesso, dicendo il vero, parlando col cuore. In un mondo patinato e in cui tutto rischia di avere sapore di plastica, Luca Miniero è un piatto di pasta fatta in casa, come in giro non ne trovi.
P.S. Altre cose vorrei dirle su Maria Vittoria, collaboratrice di Luca, ma le scriverò nell'altro blog, per par condicio e perché lei è brianzola e in via Longhi 3 è come se giocasse in casa.
Foto by Leonora
Nessun commento:
Posta un commento