venerdì 26 agosto 2011

D. (A spalle dritte)


Ho detto mille grazie, ne avrei dovuto pronunciare un milione.

Farei un patto con il diavolo pur di aggiungerne uno, che mi è sfuggito ma di cui mi sono pentito subito, perché è dedicato a una persona che ho incontrato una mattina di maggio, venuta a Como con una Mini rossa per scrivere un lungo articolo sul lago. Sarei dovuto essere la sua guida, sono andato per due giorni a rimorchio, restando incantato più volte e commosso persino, mentre mangiavamo un panino, in fondo a viale Geno, quando all'improvviso mi raccontò di suo padre, di suo fratello, della sua vita spezzata e di un sacco di cose che erano come orecchini, collane di perle, spille d'oro estratte da uno scrigno e consegnate a me, che passavo in quella sua stagione per caso ma che forse ispiravo fiducia, o ero soltanto abbastanza ingenuo da apparire candido.
Candida era lei, che ha fatto carriera e che ora ha un posto di prestigio ma sono certo sia rimasta tale e quale.
Mesi fa l'ho vista in un video: era l'unica donna vera in un circo di maschere, collagene e botulino che se dovessero fare il conto di quando spendono in chirurgia plastica supererebbero il Pil norvegese, petrolio incluso.
Se di lei non ho mai parlato su questo blog, che pure è spudorato, al punto da mettere in piazza il mio lato più intimo, è per rispettarne la sua riservatezza, il suo essere "troppo snob per sembrarlo", e anche perché di quella fiducia sono rimasto onorato.

A proposito di riconoscenza, mi hanno scaldato il cuore (oltre che fatto ridere) le parole di David, a commento della sua inclusione nel listone.

"Caro amico, ritrovarmi nel listone mi ha fatto un piacere enorme. Ho scorso veloce tutti nomi per trovare il mio (sotto sotto, ma neppure troppo sotto, sapevo che ci sarei stato), mi cade prima l’occhio, con un po’ di delusione, sull’omonimo Bardaglios, ma poi scorro di nuovo su e finalmente trovo il mio! Non ho ben capito la questione dell’elezione, diciamo che la intuisco! Comunque mi sarei accontentato di essere quello con cui hai condiviso gli anni più belli della tua giovinezza, quello con cui hai riso di più, quello con cui hai fatto il guardone per una settimana a Copenaghen, quello con cui guardavi solo i primi 30’’ del film porno alla tv dell’albergo perché dopo si pagava (e forse perché i 30’’ bastavano :-), quello con cui avresti voluto condividere molto più tempo ma per tanti motivi va bene così, ecc.

… e invece addirittura stella polare nelle nebbia! Sti cazzi …. direbbe Bombolo!"

David è stato mio compagno di università, suona da dio la chitarra (e canta altrettanto da dio "Don Raffaé" di De Andrè), mi ha insegnato a leggere De Luca e consigliato decine di libri stupendi, è un bell'uomo con occhi alla Paul Newman, ha sposato Maria Giulia, ha due bimbi, ama camminare in montagna, faceva atletica leggera, tifa Milan (e sì, un difetto ce l'ha anche lui) ed è forse la persona più sensibile che conosca. Non sensibile come Brandon Fraser in "Indiavolato", quando proponeva l'insalata nizzarda fatta con il tonno pescato salvando i delfini e piangeva ogni volta che guardava il tramonto. Quella di David è una sensibilità senza fronzoli, fatta di attenzione e perspicacia, abbinata a un ironia ch'è il vero antidoto per declinare in positivo anche i verbi negativi della vita.
Cito David perché ha qualcosa in comune con colei di cui parlavo all'inizio di questo blog. Due cose. La più banale è l'iniziale del nome. La più bella è che entrambe sono persone che mi fanno stare con le spalle dritte, ricordandomi di essere migliore di quello che sono e spingendomi ad essere degno della loro stima, quando mi alzo, ogni mattina.

Foto by Leonora

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