Al buon Dio, se esiste, che mi ha fatto nascere con la camicia e anche con un pullover, per quando fa freddo.
Alle donne, che sono la dimostrazione che Dio esiste, specie quelle che in tutti questi anni, spesso senza neppure sfiorarmi con un dito, mi hanno portato lo stesso in paradiso.
Ad Angelo, che mi considera un fratello. Più di un fratello.
A Isabella, che mi rimane ancora a fianco, nonostante le debolezze, gli errori, le asprezze che potevo evitare e che invece ho accentuato.
A Raffaele, Paolo, Brunella, Paola, Lela, Manuela, Cristina e tutti gli amici d'infanzia, che mi sono rimasti amici ancora adesso.
A Viviana, Elisa, Claudia, Maddalena, Federica, Sabrina, Valeria, Giuliana, Simona, Antonella, Chiara, Paola, Elena, Fabiola, Rosa, Marianna, Caterina, Maria Grazia, Valentina. Il perché lo so io.
A mia madre, per cui sono tutto.
A mio padre, che mi ha insegnato che nulla è tutto e che si deve sopravvivere sempre, lo stesso, tenendo in equilibrio sensibilità e amor proprio.
A Gianni, che se n'è andato troppo in fretta e che ha fatto "come quei che va di notte, che porta il lume dietro e sé non giova, ma dopo sé fa le persone dotte".
Ad Angelina e Carletto, che mi hanno ricordano di godere la vita in salute, perché poi è tardi e la vecchiaia e gli acciacchi se la portano via.
Ad Emilio e Angelina, che mi rammentano che senza passioni si può morire dentro anche se si rimane in vita.
A Carla, una delle altre troppe persone che non ci sono più e che non posso abbracciare, dicendo loro che non l'ho mai fatto abbastanza.
A Eudemia, mia nonna, per tutte le volte che mi ha tenuto al caldo del suo letto, la mattina, e per la carne inpannata, che mi faceva trovare il pomeriggio per merenda.
A Sabina, perché l'amore non ha bisogno di parole e neppure di ricordi per restare impresso come stigmate, nella memoria.
A David, amico per elezione e stella polare quando sono nella nebbia.
A Mauro e Marco, che non conoscono il pesa della riconoscenza.
Al direttore che se n'è appena andato via e che mi ha voluto qua e che non potrò mai ricambiare in generosità, neanche se campassi fino a cento otto anni, come la Porta Musa.
Al mio nuovo e attuale direttore, che mi costringe a alzare l'asticella, migliorando sempre di più, senza accontentarmi dell'acqua bassa.
Ad Angelo Curtoni e Adolfo Caldarini, i miei primi direttori, che hanno creduto in me, tenendomi sotto la loro ala protettiva ma anche spingendomi a volare.
A Mario Rapisarda e Maurizio Giunco, nonostante tutto, perché a volte si è spinti a volare anche quando si riceve nel sedere una pedata.
Ai miei colleghi di Espansione Tv, del Corriere di Como e ora de La Provincia, perché da loro ho imparato più di quanto abbia insegnato.
A Mauro Colombo, che mi ha aiutato nella prova scritta di matematica alla maturità e pure in tutti i cinque anni del liceo, perché senza di lui mi avrebbero bocciato senza speranza.
Alle professoresse delle medie, Bugnoni e Taborelli, la seconda perché mi ha ferito nell'orgoglio spingendomi a reagire, la prima perché ha creduto in me, non facendomi sentire una schifezza.
A Laura, Roberto, Roberta, Loris, Fabrizio, Flavia, Fulvio, Manuela e Matteo, Giulia, Cristian, Alice, Alberto, Silvia, che mi fanno sentire parte di una famiglia.
A Angelo, per tutti i mobili e i lavoretti che ha fatto in casa mia.
A Basco e Luisella, che mettono a disposizione la loro casa e hanno un'ospitalità senza salamelecchi, genuina.
Ad Ambrogio, Amelio, Filippo e anche Giulio, loro sanno perché.
A don Nello, don Mario, don Luigi e ai preti in generale, che in tanti ne parlan male, ma per me sono stati una guida, esempio di libertà e fratellanza.
A Elisabetta, che aveva sette/otto anni più di noi e ci portava tutti in vacanza, in Puglia, guidando un 127 Blu che allora non era neanche stretto e non faceva neppure caldo, nonostante fosse un agosto afoso quanto questo e non esistesse aria condizionata né climatizzatore incluso nel mezzo.
A Giampietro e a ciò che è stato per me quando da bambino che ero sono diventato ragazzo.
A George, e Peter, David e tutti gli American Bardaglios, che rendono il mondo piccolo e ogni continente una casa.
A Francesco Corrado, che mi ha sempre trattato come un figlio.
A Dino Merio, esempio mirabile di professionalità giornalistica anche senza essere un professionista.
Agli amici di Facebook.
Ai membri del Como Blog (Elena, Gaspar, Frenz, Alessandro, Giovanni, Luca, Andrea....) orizzonte aperto sulla mente e sul mondo.
A Leonora, che presta i suoi occhi per dare immagine a questo angolo virtuale.
A tutte le persone che qui non ho nominato e che lo avrebbero meritato.
E, soprattutto, a tutti coloro che con piccoli gesti, di cui spesso neppure mi accorgo, rendono la mia vita migliore, comoda, interessante, vivace, bella, felice, buona.
A tutti, grazie. Foto by Leonora
1 commento:
Mannaggia quanti siamo! Se solo la metà di tutte queste persone ti presentasse il conto ... saresti rovinato :-)
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