L'altro lato della medaglia. Ieri, dopo aver scritto il post sulle regole di D'Avanzo, m'è venuto in mente di scrivere a una persona che conosco e di cui mi fido come di me stesso, per avere un parere del giornalista appena scomparso lontano dall'elogio immancabile al momento del commiato. Stamattina m'è arrivata la mail di risposta, che riporto qui, poiché pur essendo graffiante non la ritengo priva di rispetto.
Ottimo cacciatore di notizie con agganci solidi al Viminale. Problemi insormontabili di scrittura, tanto che fu costretto a farsi affiancare da Bonini. Così Bonini e D'Avanzo erano nel giro come Gianni e Pinotto. Schivo, non simpatico, paraculo il giusto, molto fazioso, tendeva a mostrare coraggio contro Berlusconi e a vivere le guerre nelle hall degli alberghi (incrociato a Durazzo, a Kukes, a Valona, rivolte albanesi). Buon inventore, ogni raffica di kalashnikov che avvertiva in lontananza era una pagina. Degno compare di Franco di Mare. Se non avessero fatto i giornalisti sarebbero diventati ricchi fregando i turisti al gioco delle tre carte negli autogrill. Però era vicedirettore di Rep, quindi si addobbi per lui un funerale di prima classe. Amen.
Adoro la sincerità. Specialmente quand'è fuori dal coro. Vorrei che qualcuno, quando sarà il mio turno, senza esser mosso da invidia o da rancore, potesse scrivere di me con la medesima lucida e graffiante arguzia di questo brevissimo ritratto di D'Avanzo. Lo applaudirei io stesso. E a quel paese tutto il resto...
P.S. Comunque le regole di D'Avanzo sono fantastiche. Vorrei esser capace di applicarle ogni giorno senza sgarrare, io stesso
1 commento:
Beh dai, il paragone con Gianni e Pinotto non mi pare che sia molto rispettoso.
E neppure la storia del gioco delle tre carte.
La risposta del tuo amico non mi pare graffiante ma alquanto satura di astio.
Forse perchè non è riuscito lui a fare quello che ha fatto D'Avanzo...
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