Ama i tuoi genitori, se sono giusti e retti: altrimenti sopportali.
(Publilio Siro)
Siamo fortunati ad averti con noi: lo credo veramente e per questo lo ripeto spesso, a te per primo.
Mi pare tu stia crescendo robusto, di spalle e di spirito, sereno soprattutto, con quel sorriso ch'è come un uovo che si schiude e mostra un pulcino, con quegli occhi socchiusi a fessura e dai quali esce una luce intesa, che rischiara attorno.
Ti piace giocare a basket, stai meno alla play station rispetto ad un tempo, guardi parecchie serie tv su Netflix ("Teen wolf", la tua preferita da mesi), stai scoprendo l'universo femminile e le relazioni di amicizia, sfruttando la coda di un'estate che per te è stata un parco giochi, un'esperienza unica di crescita e divertimento.
Mi spiace non esserci spesso per te, specialmente adesso, lavorando lontano.
Mi spiace davvero, ma confido che tu cresca forte lo stesso, imparando a contare sulle tue forze e appoggiandoti su più figure, poiché è così che si diventa grandi, che si cresce: in continua relazione gli uni gli altri.
L'unica preoccupazione che ho - lo ammetto - è lo spazio bianco che c'è in corrispondenza della casella di tuo padre, per quel cordone ombelicale troncato da anni di netto e che per una serie di ragioni indipendenti dalla nostra volontà non è tuttora ricollegato.
Vorrei seriamente che invece lo fosse, che tu potessi confrontarti con chi ti ha generato, vorrei che la realtà dei rapporti sostituisse l'incertezza, il timore, la curiosità, il vuoto.
So che avverrà, so che deve avvenire, so che debbo avere pazienza io per primo, per sperare che continui ad averla tu, trasformando la ferita in cicatrice e non infettando un giorno l'equilibrio che ti sei costruito.
So tutto questo, ma pure che meriti di conoscere le tue radici più profonde, qualsiasi esse siano, consapevole che non sei e non sarai mai solo, che ti saremo sempre accanto.
P.S. Sei tornato a casa con il labbro gonfio, per "un pugno" - hai detto - che ti ha dato tuo fratello più piccolo, con il quale c'è un rapporto complesso, com'è normale che sia, considerato ciò che avete vissuto e che si muove a entrambi dentro. Lo annoto qui, per un motivo semplice: forse capiterà anche a te, quando sarai adulto, di trovarti ad affrontare un'incomprensione, un litigio, un conflitto, e dovrai in un istante decidere cosa fare, come comportarti, quali conseguenze dare; allora potrai ricordarti e decidere se ripetere più o meno lo stesso mio atteggiamento oppure se fare l'opposto, valutando il mio errore come pietra di riferimento.
Da parte mia - affinché tu possa un giorno giudicare sapendo il dritto e il rovescio - ho cercato di non istituire un processo sommario, bensì di credere alla ricostruzione che hai fatto, di darti fiducia, tentando nel contempo di sdrammatizzare, di non dare troppo peso al tutto, sapendo che stabilire torti o ragioni è importante, ma sapere comprendere, eventualmente perdonare e ristabilire velocemente i rapporti, le relazioni, lo è di più.
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