“Pensa a tutta la bellezza ancora rimasta attorno a te e sii felice.”
(Anna Frank)
Sì, è vero che sembriamo divisi su tutto… Ma a ben guardare è una minoranza risicata che si accapiglia per poco, strilla per nulla, mentre altre, moltissime altre si sanno ascoltare e riescono ad avere idee diverse, senza essere offensive, evitando la clava e la scimitarra.
Sì, è vero che ci sono le giornate no e anche quelle boh e quelle forse e quelle non so… Ma pure quelle sì e quelle sì sì e quelle alla grande e quelle in cui tutto profuma di scorza di limone e torta di mela.
Sì, è vero che riusciamo a frequentare poco gli amici… Ma quel poco ce lo godiamo appieno e tutti gli altri possono perdonarci, chiudere un occhio, tenderci ugualmente una mano, perché questo in fin dei conti è l'amicizia: dare più di quanto si riceve.
Sì, è vero che stiamo troppo sui social, che la realtà virtuale è un'attrazione pericolosa, uno sterminato bar in cui sovente ci sentiamo a disagio, come se fossimo stati catapultati lì da Plutone, senza responsabilità alcuna… Ma con il trascorrere degli anni quel bar stiamo imparando a riordinarlo, a costruircelo su misura, a mettere i buttafuori all'ingresso oppure a non presentarci noi, quando non siamo a nostro agio con il resto della compagnia.
Sì, è vero che a tavola non si dovrebbe parlare di calcio e di sport, politica, sesso, religione, soldi, pettegolezzo… Ma che esistenza sciapa sarebbe la nostra, se per timore del confronto ci appiattissimo sulle frasi fatte, sulle posizioni preventive, sui pensieri preconcetti, senza dare spazio al talento, al carisma, alla contrapposizione alta, quella che incalzando ci migliora.
Sì, è vero che abbiamo ciascuno le nostre ombre, i vuoti, i problemi, le ferite, i graffi… Ma sono proprio quelle esperienze che danno spessore alla vita, che ne rimarcano i bordi, che impediscono che si appiattisca, che si atrofizzi, che muoia di indigestione, di abbondanza, di noia.
Sì, è vero che il futuro incerto rende irrequieti e persino spaventa… Ma io ricordo sempre la frase di un grand'uomo, diventato pure santo, la prima volta che s'è affacciato al balcone, di fronte a migliaia di persone con il naso all'insù, esclamando: "Non abbiate paura".
P.S. Sì, è vero che andare a correre costa fatica, specie se per farlo occorre sacrificare la pausa pranzo e la prima mezz'ora è tutta in salita… Ma poi, superata porta San Giacomo, se si volta a valle lo sguardo, ciò che si ammira lascia senza fiato. E non per la corsa.
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