lunedì 29 agosto 2011

Uomini duri (di comprendonio)

Ultimo giorno di lavoro prima di levare il piede dall'acceleratore.

Raccolgo le idee con l'obiettivo di godere i giorni che arriveranno, evitando di ritrovarmi a settembre inoltrato seduto di fronte al computer, in redazione, senza che mi sia accorto della fortuna che ho avuto.

Oggi, dopo aver parlato con l'amico F., penso alle donne. Cioè, come ogni maschio adulto (adulto?), alle donne penso spesso. Certo meno di un presidente del consiglio dei ministri o di un direttore generale del Fondo monetario internazionale, ma comunque in dosi per nulla omeopatiche, inferiori soltanto alla preoccupazioni per le sorti della Juventus.

Ma non è di quei "pensieri" che parlo. Penso alle donne e a quanto sono diverse dagli uomini, in particolare nella categoria: "Non ti dico quello che ho, lo devi capire da te".

Io, da me, non lo capisco. Semmai lo intuisco e, quando capita, prima di migrare dal sospetto alla certezza ne passa di tempo, nella speranza che mi stia sbagliano (di solito non mi sbaglio), che le passi (di solito non le passa), che faccia lei il primo passo (di solito è più fissa d'un palo di teleferica, non si smuove neanche col tritolo).

Trascorrono così giorni di stallo, ognuno arroccato sulle proprie posizioni, abbarbicati come pedine degli scacchi senza mosse apparenti, al più qualche calcio mentale negli stinchi e facce funeree che pure un becchino pare allegro.

Il massimo del minimo poi è quando il povero tapino non è colpevole in linea diretta, bensì "di sponda", trovandosi tra l'incudine e il martello nella titanica contesa tra nuora e suocera, con entrambe arcigne e disposte a tutto, assumendo sembianze che vanno dallo sguardo furente all'occhio lacrimevole, manifestazione palese di inconsolabile sconforto.

"Cosa c'è?" chiede lo sventurato che incappa a sua insaputa della disfida. "Niente" è la risposta in fotocopia, dove il niente sta per tutto, la cordialità è quella di un Rottweiller a cui si è appena calpestato un callo e la tensione è tanto spessa che non ci basta un normale coltello, ci vuole un Miracle Blade, quello che oltre all'arrosto affetta pure le lattine di Coca-Cola e un serramento.

Ora, lo so che scopro l'acqua calda, ch'è un argomento su cui si sono scritti fior di libri, che è così da che mondo e mondo e che qualche argomento più originale sarebbe gradito.

Se aggiungo banalità all'ovvio è soltanto perché, non potendo debellare la fame nel mondo né sconfiggere in quattro e quattr'otto il cancro, l'unica ambizione che mi resta per passare alla storia e diventare famoso è quella di trovare una soluzione al "mutismo femminile da colpa maschile o fraintendimento". Ma mentre lo scrivo mi rendo subito conto che sono un illuso. Non esistono infatti rimedi celeri o prodigiosi, l'unica ricetta è lo scorrere del tempo, nella certezza che si tratta di una breve tregua provvisoria prima del prossimo muso. Mi sa che da domani mi dedico alla fame nel mondo...

P.S. Questo post è dedicato ai maschi che conosco, ricordando loro - e anche a me stesso - che esiste una dignità, una soglia oltre la quale l'unica risposta al mutismo immotivato (o motivato, ma da una labile ragione) è una ferma e fiera compostezza. E' vero, saremo cocciuti, limitati, ottusi, tuttavia ciò non significa trasformarci in zerbino.


P.P.S. Questo post è dedicato alle donne che conosco. Con un'unica richiesta: parlate! Dite quello che avete, non aspettate che siamo noi a comprenderlo, perché la drammatica e inevitabile verità è contenuta nella tredicesima riga di questo post: qualsiasi cosa abbiate, noi non la capiamo. So che magari vi siete illuse di aver sposato un genio e invece vi trovate ammogliate o conviventi o fidanzate con un mezzo asino. Se vi può consolare, gira e rigira, tra gli uomini non ce n'è uno che sia meglio.



Foto by Leonora

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi sa che stamattina dobbiamo proteggerci dagli strali infuocati femminili!
Hai toccato come sempre l'argomento giusto! e che dire quando entri in casa, dove anche i cani che ti adorano, si limitano al minimo nel rituale festivo di benvenuto, chiedi" è successo qualcosa" risposta: "fai un pò tu!" tu cosa? se sono rientrato a casa dopo una giornata?
scherzosamente rimugino al detto toscano che dice: non è vero che tutte le donne sono uguali! una è peggio dell'altra!

cafecaracas ha detto...

L'unica soluzione in questi casi è aspettare che passi la bufera...
Certo che noi uomini-anche se non sembra- ne abbiamo di pazienza...

bb ha detto...

bene! dunque a parte che non rientrate SOLO voi, ci siamo sorbite anche noi la nostra bella giornata di lavoro e ce ne aspetta un'altra a casa, dicevamo voi rientrate, salutate e...se va bene accendete il pc,vi servite qualcosa di fresco, un doccia meritata ovvio e aspettate nel mentre che noi vi prepariamo la cena ,imponiamo una tregua nelle liti tra fratelli,se siamo in periodo scolastico c'é da controllare i compiti, prepariamo la lavatrice che con sta storia delle fasce orarie deve partire dopo le 19:00 e altre mille cose e voi?al massimo apparecchiate tavola e vi mattete comodi ad aspettare...e noi mettiamo il muso? quante volte vi abbiamo detto che un po' di collaborazione renderebbe la vita un po' piu' facile a entrambi? 10?100?1000? e poi vi stupite che se noi reagiamo cosi'?noi non pretendiamo che vi sostituiate a noi ma che collaboriate con noi nella gestione di casa e famiglia vi sembra troppo?

Wilma ha detto...

Guarda, non è proprio serata!!! Ma cosa vi dobbiamo dire se neppure vi accorgete che mentre voi avete già finito la cena noi non ci siamo ancora sedute e fingete di non sentire le mille richieste dei pargoli, certi che le soddisferemo noi???
Cosa dobbiamo dire di fronte all'accappatoio bagnato perennemente lasciato sul letto? E a vostra madre che dedica a noi la propria parte peggiore mentre con voi è sempre così premurosa e discreta? No, guarda, non è serata!!!!

Miranda ha detto...

...ma che simpaticoni!!!!

Tra me mio marito è sempre lui quello che tiene il muso... io però lo so il perchè! Quando capita, il motivo è sempre lo stesso: è perchè, se posso esser volgare, non gliel'ho data!