La campata è stata lunga, un mese e oltre senza traccia, qui, metà accidente e metà scelta, in settimane in cui non sono mancate giornate straordinariamente belle, così come alcune grame, senza però tragicità o colpi mortali al petto.
In generale, visto da qui, è anche questo un tempo sospeso, di poca lucidità mentale, in cui la quotidianità fa premio su una visione più ampia.
Archivio velocemente le premesse, nel giorno esatto del quindicesimo compleanno di questo blog, per venire al punto: la volontà di ripetere pure quest'anno lo sforzo degli anni scorsi, non lasciando alcun giorno del mese d'ottobre senza un piccolo scritto, una briciola di Pollicino. Facendo leva sul mestiere più che sull'urgenza di esprimere qualcosa, lo ammetto, convinto tuttora - come sempre - che nulla di nuovo scriviamo: semmai, possiamo essere bravi a impastare con mani diverse farina vecchia, concedendole utilità, oltre che gusto.
P.S. Ho scritto di momenti belli e altri meno. Tra i primi, senza dubbio i giorni a Lampedusa. Non tanto per la vita sull'isola, che mi ha un po' deluso per un eccesso di attenzione al turismo, che si traduce come uno spremere, tutto. Piuttosto per la meraviglia naturale di certi scorci, che restano incantevoli, nonostante lo stupro dell'essere umano.
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