sabato 21 giugno 2025

La vita larga (Lezioni senza parole)

Troverai più nei boschi che nei libri. Gli alberi e le rocce ti insegneranno cose che nessun maestro ti dirà”.
Bernardo di Chiaravalle 

Dopo una certa età, le mattine migliori sono quelle in cui non si ha sonno e si sperimenta ciò che Recalcati chiama “la vita larga”, la capacità di vivere pienamente, intensamente, ogni momento, riempiendolo di emozioni, sentimenti, significati.
Me ne sto seduto così, sul terrazzo di casa, mentre a partire da est tutto attorno si illumina e nel giardino prendono forma i contorni di alberi e arbusti. Assomigliano ai figli: anch’essi hanno vita propria e crescono quando non li osservo (un po’ come il gatto di Schrödinger!), mentre sto facendo altro. Ed esattamente come loro, qualcosa mi insegnano, ricordandomi che le lezioni più vere sono quelle che non hanno bisogno di parole.

P.S. Qualche esempio, sotto gli occhi. Il fico, dai tralci teneri, pericoloso da salirci e fragile al punto che un colpo di vento può abbatterlo intero, mentre è al massimo dello splendore, eppure ogni volta risorge, incessantemente, con polloni capaci di generare nuovi rami, inestirpabile com’è l’amicizia, tra persone vere. O il faggio, maestoso di fronde, che si ritaglia lo spazio vitale facendo ombra e togliendo, a chi sta sotto, il sole, incarnando un egoismo crudele, eppure prezioso per la specie. E il calicanto, che mette i fiori per primo, a febbraio, fuori stagione, distinguendosi con un profumo che inebria le narici, a dimostrazione che la bellezza autentica si riconosce sempre e non si percepisce soltanto con gli occhi.


domenica 1 giugno 2025

L’età relativa (Saper cambiare)

(Lo so, lo so che detesti esser fotografata)
Tra poco saranno ottantacinque e so che non li festeggerai o almeno non organizzerai nulla, anche se docilmente accetterai il nostro ritrovarci, metterci attorno a un tavolo in tanti ed essere conviviali, a casa, alla buona.
Sarà che sono lontano cinque giorni su sette e ti vedo pochissimo, sarà che il tempo leviga i caratteri e smussa gli angoli, sta di fatto che mi sembri più tenera o forse sono io a provare tenerezza e a vederti sotto una luce ancora più tenue, calda.
Ho sempre stimato di te il misto di dolcezza e ostinazione, i gesti di generosità concreta e l’essere arcigna nel difendere chi ami.
Di recente rimango ammirato, oltre che dalla resistenza, anche dal tuo adattarti, dal riuscire tuttora a cambiare, a stare al passo dei tempi, a migliorare.
Due esempi.
Sulla resistenza basta dire che nel febbraio di un anno fa, cadendo, ti spezzavi entrambi i malleoli e sette mesi dopo eri già in auto, alla guida.
Sul cambiamento invece cito le pietanze, il tuo sperimentare piatti nuovi, traendo recente ispirazione dalle trasmissioni tv e adattandole, affinando un talento che hai sempre avuto senza ostentazione.
Lo scrivo come pro memoria per me stesso, che con l’età tendo ancor più a irrigidirmi, eccedendo in pigrizia, oltre che in presunzione.

P.S. L’età. Un’unità che misuriamo con precisione, esattamente come facciamo per grammi, litri, metri, senza renderci conto di quanto sia limitante piegare la realtà alle nostre categorie mentali. Lo pensavo qualche giorno fa, associandolo alla circostanza per cui gli esseri umani per migliaia di anni, dovendosi spostare, non calcolavano la distanza da un luogo all’altro in miglia, stadi, leghe o chilometri, bensì in “tempo per arrivarci”. Un valore che dunque mutava in base al mezzo di trasporto: era un conto andare da Como a Brescia passando per Monza e Bergamo camminando a piedi o a cavallo o trainati da carro e buoi oppure in treno a vapore. Così, per l’età, i numeri contano, ma non meno di condizioni di salute fisica e mentale, curiosità intellettiva, voglia di vivere.