"Un modo di essere, uno scegliere di metterci al fianco, senza rinunciare ad esprimere cosa vediamo da quel punto di vista, a raccontare la nostra esperienza, sperando che possa essere illuminante, evitando imposizioni, assumendosi un rischio".
Lo spiega Paolo Ferrari, una persona fuori dal comune, con cui ho la fortuna di collaborare da qualche anno, contribuendo a realizzare qualcosa di nuovo, utile, bello.
Il piacere maggiore, per me, è proprio stargli accanto, perché non è mai banale e ha una capacità unica nell'individuare il percorso educativo e un rigore fermo nel mettere sempre al centro il ragazzo, il suo cammino.
Il bello invece è che da un paio di settimana, invece di limitarsi a "fare", ci si ferma anche per "dire", per mettere nero su bianco i principi che lo ispirano, le lezioni che a sua volta ha imparato, ciò che l'esperienza nel bene e nel male ha partorito.
Per chi ha figli adolescenti, ma non solo, mi permetto di consigliare una sbirciatina, ogni tanto, ai suoi articoli, che di tanto in tanto posterò anche qua, linkandoli.
Questo ad esempio è il primo e afferma il principio secondo cui gli adulti sono sempre e comunque educatori ed il punto non è cosa facciamo, bensì se siamo credibili o meno.
Il secondo è quello che ho citato all'inizio e che qua si trova in versione integrale, garantendo che è corto e si legge in un fiato.
P.S. Il suo blog si può leggere anche se L'Eco di Bergamo e ha un nome curioso: "Ultima fila", poiché generalmente soltanto se ci si siede in fondo si riesce ad avere uno sguardo ampio, attento, su tutto.