lunedì 2 novembre 2009

Tre uomini in banca e...

Tre uomini in banca, orgoglio lariano

Tre uomini in banca (per tacer della sorella di Tremonti). Il vertice economico tra i principali esponenti della finanza nazionale e il ministro dell’economia, a cui i giornali hanno dedicato ampio spazio, potevano organizzarlo in piazza Cavour e nessuno avrebbe avuto da eccepire virgola. Tre dei quattro banchieri più importanti d’Italia sono legati a doppio filo con Como. Parliamo di Giuseppe Guzzetti, presidente dell’Acri, nonché della potente fondazione Cariplo, nato a Turate, residente ad Appiano Gentile, già governatore della Regione Lombardia quando la parola "governatore" non l’avevano ancora coniata. Parliamo di Corrado Passera, figlio illustre del capoluogo, amministratore delegato di Intesa San Paolo. Parliamo di Alessandro Profumo, che prima d’esser banchiere è stato bancario, sportello proprio in centro città, Banco Lariano.Di banche comasche adesso non ce ne sono più, in compenso abbiamo i banchieri: Guzzetti, Passera, Profumo. Ieri tutti e tre avevano di diritto un posto in prima fila, a Roma, per la ottantacinquesima giornata mondiale del risparmio, una virtù che vede gli italiani eccellere, nonostante la crisi e il disfattismo. Ma il vero incontro al vertice, quello che ha appassionato i notisti economici dei fogli nazionali, si era tenuto due giorni prima, alla presenza di un Giulio Tremonti che è nato a Sondrio e che nella nostra provincia, a Cantù, per la precisione, ha una sorella. Troppo poco per spolverare le bandiere e issarle sui pennoni dei municipi, ma abbastanza per solleticare quell’orgoglio di appartanenza a un territorio sovente bistrattato, dai suoi stessi figli. Peccato che, avendo la vocazione al silenzio tipica di tutti i banchieri, strappar loro una parola che sia una risulti arduo. Siamo già fortunati piuttosto, che sia trapelata la notizia dell’incontro dai toni distesi - ci informa Francesco Manacorda, de "La Stampa", con un «Tremonti sereno e anzi impegnato sui progetti a medio e lungo termine», in contrasto palese con chi lo vorrebbe con la valigia pronta in mano. Fra tutti, almeno a prestare ascolto a quella volpe ch’è Massimo Mucchetti del "Corriere della sera", a dettar la strategia è Guzzetti, che per età ed indole s’è ritagliato quel posto al sole (all’ombra, sarebbe meglio scrivere) che un tempo era di Cuccia. Altra stoffa (l’uno banchiere puro, l’altro arrivato alla finanza dalla cruna dell’ago della politica), altra razza (uno siciliano, l’altro lombardo), ma entrambi tessitori e con un passo felpato da insegnare ad arrampicare al gatto. Chissà - se la lingua si sciogliesse - cosa direbbero i tre banchieri del muro vista lago. E di una città che da bella addormentata rischia di rimanere soltanto appisolata.

La Provincia, 30.10.09

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