lunedì 10 settembre 2012

Sono tornato (il frutto è maturo)

Foto by Leonora
Ho aspettato. E aspettato. Aspettato, aspettato, aspettato e quando ero stanco di aspettare, ho aspettato ancora un poco. Un mese. Più di un mese. Un mese e qualche giorno, prima di rimettere testa e mano qui, in un diario che mi accompagna da quattro anni e che non volevo finisse per diventare banale, scontato. Così ho aspettato, prendendo lezione dalla terra, dai campi lasciati a maggese e dall'uva, ch'è tanto più dolce e gustosa quanto arida di pioggia è la stagione che le dà frutto.
Non è stato un mese vano, l'ho vissuto intensamente, per buona parte al lavoro e per l'altrà metà a riposo, a casa o in giro per l'Italia, Toscana, Umbria e Basilicata sopra tutto. Ho letto molto, mangiato, bevuto in compagnia e rimasto sovente con me stesso, osservando un sacco, la natura in primo luogo. Del molto che ho imparato non posso riportare tutto, sia perché ho memoria limitata sia per una ragione che ha a che fare con l'uva di cui scrivevo prima: pur matura e gustosa che sia le occorre del tempo e numerose cure affinché diventi vino. Intanto però sono tornato e non trascorreranno mesi, né settimane prima che torni qui, a lasciare un appunto.

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