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Il limite di certe frasi a effetto è che raramente il principio si declina nel concreto, mentre io nel mio piccolo, vorrei farlo. Vorrei comprare soltanto le camicie che mi servono e mai più fare un acquisto solo perché si trova in saldo o scontato del cinquanta per cento (potrei elencarvi almeno dieci boiate comprate all'outlet o al grande magazzino di turno, che mi sembravano un affarone e poi, una volta tornato a casa non le ho più tolte dall'armadio). Vorrei prestare più libri e farmi prestare più cd. Vorrei cenare più spesso dagli amici e averli ospiti a mia volta, un giorno alla settimana fisso (o anche due, che di ospitalità non è mai morto nessuno); vorrei piantare più verdure nell'orto e mettere una serra, così non ho venti chili di pomodori tre settimane all'anno ma mezzo chilo la settimana da maggio a ottobre; vorrei riciclare l'acqua piovana che scende dal tetto e tornare ad avere le galline, come quando ero bambino, anche se poi non ci sarebbe nessuno disposto a tirar loro il collo, ma almeno avrei le uova a chilometro zero (ora sono a chilometro uno, nel senso che scrocco quelle che mi porta Fulvio). Vorrei continuare a fare vacanze escludendo alberghi di lusso, possibilmente in bungalow di legno (adoro le case di legno) e senza pasto incluso, che così si mangia anche il giusto, senza abbuffarsi "tanto è già pagato"; vorrei vedere le partite della Juventus con la casa piena, che io a Sky non rinuncio (un vizio! non fumo, non bevo, non scommetto, non pago dolci compagnie o altro, ma il satellite no! concedetemelo!) così almeno qualche amico può risparmiare e venire a vederlo da me, senza pagare biglietto e magari - se proprio proprio - porta una torta fatta in casa da dividere in compagnia. Vorrei accontentarmi dei bicchieri scompagnati e non vergognarmi se quando ci sono ospiti non ce n'è uno uguale all'altro e il servizio completo s'è rotto da un pezzo. Vorrei avere poco ma quel poco condividerlo appieno, senza alzare steccati, aprendo a tutti la mia casa e mettendo in tavola una brocca d'acqua e, finché posso, un dito di vino, con un po' di pane e salame o formaggio, come mi hanno insegnato i parenti valtellinesi di mio padre. Vorrei accontentarmi di quello che prendo di stipendio e accettare l'idea che domani potrei anche a rinunciare a una parte di esso, pur di continuare a fare un lavoro che mi piace e che mi costa metà fatica pur se sono impegnato il doppio.
Queste e altre mille cose vorrei, per cominciare a cambiare il mio, d'un mondo, anche se non sono mai stato eccessivamente avaro o prodigo e la brama di potere non è tra i difetti di cui subisco il fascino, così come il desiderio di beni materiali, tanto che a parte le spese ordinarie di gestione famigliare non spendo gran che e potrei vivere tranquillamente un'esistenza da monaco (con Sky, mi raccomando).
3 commenti:
È sempre piacevole e bensperante per il futuro, sapere che ci sono persone che la pensano come te. Io sono molto fortunata (non perchè ho SKY, anche perchè è sempre occupato da calcio o cartoni animati) perchè ho intorno a me una famiglia che la pensa come te, e tanti amici, dove non si ha bisogno di inviti formali, ma basta davvero che si aggiungano dei piatti al volo e ci si divida quello che c'è nel frigo ( che poi da mangiare si trova sempre qualcosa, anche quando non si è andati a fare la spesa.)
A volte ci si trova anche mezzi in pigiama, o si fa l'invito con la condizione di far da mangiare insieme!! L'amicizia è fondamentale, e ci salva da questo matto mondo. Io e la mia amica Federica ci trovavamo anche a pranzare solo con sofficini
Cosa che l'Agu a volte non comprendeva bene!!! Quindi un abbraccio al tuo pensiero!! Come al solito fantastico!!Edy
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