sabato 31 marzo 2018

La mano nella tua


https://www.flickr.com/photos/lyonora/7924740076/in/album-72157631399347174/
Mi hai tenuto la mano nella tua, per tutto il tempo, la pelle morbida quanto quella di un bambino e anche sul volto era distesa, liscia, senza un ruga nonostante gli anni e il male che, dice mia madre, ti ha scavato nel profondo.
Non ci vedevamo da anni, sapevo che ti eri ammalata, ma come al solito ho badato più a correre, rimandando di mese in mese, di giorno in giorno.
Oggi mi sono deciso, ti ho trovato nel letto di un ospedale, debole eppure serena, con gli stessi occhi chiari e mansueti e dolci che ricordavo.
Hai l'età di mia mamma, tuo marito è stato il miglior amico di mio padre, sono cresciuto frequentando casa vostra e andando in vacanza insieme, quando ero piccolissimo. Poi i momenti d'incontro si sono diradati, non a scapito della qualità: bastava una visita, un saluto, un bacio, un abbraccio, per riportare quell'intimità che distingue l'amicizia autentica dalla conoscenza vaga, il bene profondo da quello blando. Le occasioni più piacevoli erano le serate in cui vi venivamo a trovare e si chiacchierava tutti insieme fino a notte fonda, io poco più che ragazzo, al pari dei tuoi figli, tuo marito mattatore indiscusso, come sanno esserlo coloro che non conoscono vie di mezzo ed esiste soltanto il niente o il tutto. Tornando a casa, in auto, con mio padre e mia madre commentavamo i discorsi fatti, tornavamo a ridere delle battute, talvolta mi addormentavo, altre invece finivo per cantare con mio papà, che aveva voce di tenore e quando era allegro non risparmiava il fiato.
Mi hai fatto un regalo oggi, ricordandomi che nella vita più di tutto importa perdonare e voler bene, cominciando da chi ci è vicino. Augurio migliore non potrebbe esserci per la giornata di domani, che è Pasqua di risurrezione e ci rammenta che anche se noi prima o poi ce ne andiamo, sempre vivo rimane ciò che c'è di mite, di buono.

Nessun commento: