giovedì 18 novembre 2021

La marcia in più (Complimenti Alberto)

La laurea è in fisioterapia, ma vederti così elegante, professionale, sicuro di te mentre esponevi l'argomento della tua tesi, dal podio, mi ha fatto pensare che dovresti fare televisione al posto mio.
Si dice che "ogni scarrafone è bello a mamma soja", io non sono tua mamma, soltanto suo cugino, anzi, mia cugina è lei, l'unica che ho, una sorella in tutto e per tutto, per cui dovrei essere al riparo da critiche eccessive se dico che ieri, su quel palco, eri proprio bello.
Bello, non soltanto in senso estetico, che la bellezza è frivola e passa e pure opinabile, per cui tirarla per la giacca è sempre sconsigliato.
Bello per la tua gioventù, per la perseveranza ai limiti dell'ostinazione che hai avuto nel raggiungere l'obiettivo prefissato, per la calma che hai saputo ostentare anche se in questi mesi devi tenere la barra dritta mentre attorno crolla tutto e posso soltanto immaginare ciò che provi, dentro.
Al di là di questo, degli studi e del centodieci che ti sei meritato, lasciami dire che a farmi più piacere è stato il seguito di sostenitori che in una simile circostanza ti ha voluto essere vicino.
Decine di persone, tra parenti stretti e larghi - ogni riferimento a mia madre sarebbe tendenzioso
 - ex compagni scuola, di squadra, ragazzi e ragazze, amici e amiche di lunga e di corta data, tutti con una luce negli occhi che esprimeva orgoglio e insieme affetto.
Hai poco più che vent'anni, caro Alberto, ma ciò che hai seminato è già moltissimo e "continua così" nel tuo caso non è una frase retorica, bensì la certezza di un futuro luminoso, limpido, in cui potrai a volte sentirti solo, senza mai esserlo del tutto.

P.S. Potevi scegliere qualsiasi corso universitario, hai deciso uno dei più "pratici", che orienta a imbuto su una professione specifica e non qualsiasi.
Il perché non sia una professione qualsiasi l'ho scritto in tempi non sospetti, esattamente dieci anni fa (ma guarda il caso...), in questo post, da cui ritaglio la parte centrale, sempre attuale e che riletta oggi ha ancora più significato.
"Ogni mestiere ha il buono e il gramo, ma deve esserci un motivo se tra i fisioterapisti la percentuale di bravi uomini e donne sfiora il cento per cento. Sarà il contatto con la sofferenza altrui che ne affina il carattere. Sarà che per spronare gli altri ad impegnarsi a tornare quello che erano o a migliorare le prestazioni devono crederci per primi loro. Sarà che stare a contatto con le persone non li aliena affatto, ricevendo in cambio un pizzico della molta energia che infondono. Sarà per tutto questo e per molto altro, ma la maggior parte dei fisioterapisti ha una marcia in più e va dato loro atto".

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