sabato 31 dicembre 2022

Parole senza spine (Felice viaggio)

Con una mano stringo l’asola che chiude il sacco dei mesi passati, con il palmo dell’altra stendo la sabbia sulla quale disegnerò i giorni che verranno, solerte raccoglitore di note a margine senza data di scadenza.
Niente conti oggi, nessuna somma algebrica, zero riassunti, soltanto propositi buoni per tutti, in prossimità dell’anno che inizia.
  • Parlarci con riguardo.
  • Evitare sdegno, indignazione, sarcasmo, scherno, rabbia.
  • Mettere un freno alla lingua.
  • Contare fino a dieci prima di aprire la bocca o scrivere sui social.
  • Non replicare a tono se il tono altrui è quello dell’aggressività, dell’irritazione, del sospetto, della supponenza.
  • Pensare che l’altro o l’altra, qualsiasi altra o altro, hanno una fragilità, una debolezza, un punto di rottura.
Non teoria, bensì buone pratiche prese a spunto da un libro: “Le parole sono finestre (oppure muri)” ovvero l’utilizzo di "un linguaggio che permetta a noi stessi di esprimerci con onestà e chiarezza, prestando verso gli altri un’attenzione rispettosa ed empatica".

P.S. All’anno nuovo non è arrivato, Felice di nome e per parecchi anni di fatto, nonostante la fatica del lavoro, i sacrifici, il morso della malattia. Delle malattie anzi, poiché molte sono state le sofferenze patite, alle quali ha reagito ogni volta con una compostezza e con una dignità che viene da togliersi il cappello pure se un cappello non lo si indossa.
Felice Luraschi, collega e amico di mio padre, ha compiuto l’ultimo dei suoi molti viaggi stamattina. Non guidando un camion o manovrando una gru, come ha fatto per una vita, circondato dalle persone a cui ha voluto bene, a cominciare dalla moglie, dai figli, la sua famiglia.
Di lui non scorderò mai il garbo, l’esser gentile, una finezza soltanto in apparente contrasto con il mestiere di raccoglitore di metalli che si era scelto e che lo ha visto fondare un’azienda.
Ecco, ora che ci penso, nessuno più di lui ha interpretato ai miei occhi una “comunicazione non violenta”.
Proprio per questo che riposi in pace sono certo, avendo egli sempre seminato pace quando era in vita.

1 commento:

Marco Luraschi ha detto...

Grazie per le belle parole che hai dedicato al mio papà. Ricordo con affetto Gino e me lo immagino seduto sotto una grossa pianta a chiacchierare con Ambrogio e Felice come spesso facevano dopo una lunga giornata di lavoro. Grazie mille
Marco