sabato 13 settembre 2025

Tra le regole (Un universo)

Ripensandoci, ho commesso un peccato: di supponenza.
Mi riferisco al finale del post di settimana scorsa, alle due regole spicce riguardanti l'amore.
Non che siano inesatte, tutt'altro. "La verità è che non gli/le piaci abbastanza" e "Se non ti fa stare bene non è la persona giusta" rimangono due stelle polari, in grado di orientare le relazioni con l'affidabilità di una bussola.
Altresì la vita mi ha insegnato che nessun bordo nei rapporti umani è tagliato con il bisturi del chirurgo e sovente è proprio nelle sfumature, nei gradi intermedi tra il possibile e l'ideale che alberga l'emozione, il sentimento, la bellezza.
Se così non fosse basterebbe un bilancino per sancire se vale la pena frequentare questa o quello, così come in quattro e quattr'otto si salterebbe alla conclusione, lascia o raddoppia, con precisione certosina. 
Sbagliato. E fuorviante.
I ragionieri contabili sono pessimi consiglieri in questo ambito di vita e nessuno può predire combinazioni ed incastri delle mille variabili che definiscono ogni incontro con la complessità di una formula chimica.

P.S. Che in amore non esistano regole rigide e di razionale ci sia poco o nulla l’ho compreso pian piano, sbattendoci spesso il muso, a mia volta. Altre lezioni di vita le ho scoperte all'istante, mentre la maggior parte non le conosco tuttora e per esse ho una curiosità pari a ciò che per il motore è la benzina. Di imparare, capire, imparare, non sono mai sazio, perciò mi piace leggere, osservare, ascoltare, soprattutto confrontarmi, ch’è nel rapporto, nello scambio di pensieri che le idee si formano, con una nitidezza da far restare increduli sul come mai non ci era apparso chiaro prima.
Poi ci sono momenti di vera e propria epifania. Come l’altro giorno, un mattino di cielo terso e frescura settembrina, quando sono uscito a correre e nella quiete del bosco all'improvviso ho avuto la certezza che tutto sia collegato, che le proprie molecole siano in relazione con altre miliardi di molecole appartenute ai propri avi, alle generazioni e generazioni che ci hanno preceduto, senza sosta, e che ora quelle stesse molecole parlano in noi, come un ripetitore senza tempo, di cui non conosciamo il linguaggio, ma se si è in grado di avvertirne perfettamente (“sentirne”) la frequenza d'onda.

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