E' vero, lo ammetto: scrivere sul blog in questi giorni mi pesa. Mi pesa come non mi è mai pesato prima e non è colpa di ciò che è capitato quindici giorni fa. C'é dell'altro. Ne parlerò, un giorno.
Oggi però ho letto qualcosa che merita, qualcosa che è degno di essere rilanciato. E' una frase che ho trovato nel libro di Gianfranco Ravasi, "Breviario Laico", che non mi stanco di consigliare perché ci sono perle rare che vi si trovano giorno per giorno.
La frase è di un mistico mussulmano del X secolo, al Hattabi, e recita così: "Ogni uomo altro non è che figlio della sua stessa specie. Ogni uomo ha un'anima, un'anima come la tua, tutti sono sensibili. Sensibili come sei tu".
"Sensibili come sei tu". Il povero, il malato, il carcerato, il diverso, l'altro, e pure il vicino, il collega, il parente, l'amico, ma anche il tuo capo, l'aguzzino, persino il malvagio.
Riprendo un pensiero dello stesso Ravasi, a guarnizione di quella frase. "Anche se sepolto sotto strati di male, anche se protetto da forme di autodifesa scostanti e fin brutali, batte sempre in ogni persona un cuore, respira sempre un'anima. Una poetessa americana, Sylvia Plath, morta suicida nel 1963 appena trentenne, confessava: "Sono abitata da un grido. / Di notte esso esce svolazzando / in cerca, coi suoi uncini, di qualcosa da amare".
2 commenti:
l'ho sempre creduto..
la differenza la fa' solo il modo di dimostrare una cosa, ma la sensibilita' appartiene a tutti..
però faccio fatica ad accettare il concetto... voglio dire, la sensibilità è uno dei sensi con cui l'anima si interfaccia al mondo... devo pensare che certe anime abbiano meno sviluppato certi sensi? che certe anime siano sorde? cieche? insensibili (al tatto..all'odore)? che certe anime non sanno gustare la vita? E che, nonostante questo, siano anime della stessa specie? da miscredente ho sempre portato nel mio fagotto di credi personali la Parola in cui si invita di "non fare agli altri ciò che non vorresti sia fatto a te", indipendentemente dall'altro.. in questo mi sento molto uguale a tutti...ma se la massima riportata da Giorgio è vera, devo pensare che le anime non conoscono il principio di transitività..
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