giovedì 11 marzo 2010

L'umaca


Michele Serra. Mi fa ridere ogni volta che lo leggo e "L'amaca", le sue venti righe fisse di rubrica, sono un appuntamento fisso quando sfoglio Repubblica. Lo scrivo per tutti coloro che passano di qui e non mi conoscono di persona e leggendo gli ultimi post si sono fatti l'idea di un tipo che legge solo Milan Kundera e ascolta Tiziano Ferro. Giuro che non sono così, nonostante la foto qui a fianco "da finto intellettuale" (come la definisce il mio collega Ferrari, uno che mi fa ridere parecchio) e le prosa da simil poeta estinto, di quelli che passano anche le vacanze al mare all'ombra, su uno scoglio, a meditare e declamare versi endacasillabi. E' vero, ogni tanto m'intristisco e mi sento solo, ma basta poco - assai meno di molte altre persone, credo - e mi passa. Anche in questo sono fortunato, ho un buon carattere, generalmente un cuor contento. Perciò mi trovo bene ovunque, compreso al lavoro, dove trovo gente non banale e un ambiente di comicità varia, dal distratto spontaneo al sarcastico. Rido spesso anche a casa e altrettante volte faccio ridere, non di rado senza volerlo, combinando qualche guaio o essendo goffo. Il libro che più mi ha divertito è "Il più grande uomo scimmia del pleistocene", mentre i film sono troppo numerosi per elencarli tutti, anche se per quelli demenziali (da "Una pallottola spuntata" a "Top secret", passando per "Frankestein Junior") ho una predilezione: quando me li ritrovo in tv, non riesco a cambiare canale e ogni volta li rivedo.
Precisato ciò, vengo al punto. Oggi ho scoperto che esiste una Giornata della lentezza. Anche se non ho ancora capito bene di cosa si tratta, la notizia mi ha messo di buonumore. Appena approfondisco la questione e comprendo meglio, prometto di scriverne qui. Senza fretta.

Foto by Leonora

2 commenti:

silvia ha detto...

Giornata della lentezza. La lingua, anche senza volerlo, a volte va a sbattere dove il dente duole: la prendiamo alla larga, eh? E io raccolgo la cicoria nascosta nell'erba: dalla lentezza allo slow, basta un vocabolario, dallo slow allo slow food, basta un sostantivo, dallo slow food alla capitolazione sull'intera linea, un libro.
Senza fretta, ma capitolerai.

Vincenzo Iacoponi ha detto...

Pensare lento non è il mio mestiere: col pensiero sto già passeggiando sui prati pensili sopra il Mar Baltico da circa una settimana. Credo che siamo alla fine del millennio, il terzo; mi preparo la strada per la mia nona reincarnazione.
Cammino anche molto veloce, tirandomi dietro AM, che ha notorie chiappe di piombo, da una vita. Ma a camminar troppo come qualche giorno fa, poi mi restano le gambe dure come cemento. Oggi mi sento come una casa abusiva costruita sopra un terreno friabile del messinese. Cercano in tutti i modi di rendere la vita dura agli artisti. Che mondo di cacca è mai questo?