mercoledì 7 luglio 2010

Su per giù(sy)


Il cielo è azzurro sopra Berlino, ma non è male neanche visto da qui. M'infilo le cuffie dell'Ipod e tutto il mondo si riduce a questo schermo, bianco quanto un foglio che attende d'esser scritto. Penso alle cose che non ho mai fatto: andare in barca a vela, affittare un battello e navigar per fiumi in Olanda, passare qualche giorno in un'isola della Croazia avendo per casa un faro, salire sul Monte Bianco, metter piede in Sicilia, bere sotto una tenda in Marocco, visitare Gerusalemme, costruire una casa su un albero, ascoltare dal vivo Fossati, stare ad ascoltare per ore un reduce di Russia... Desideri in ordine sparso, alcuni attesi, altri scoperti soltanto adesso, con sorpresa anche per me stesso. Oggi bevevo il caffé con Magda, siamo capitati a parlare dei locali notturni e della sensazione di starci stretti, anzi di non starci affatto, ch'è passato il nostro tempo. E' realmente così oppure è una resa non richiesta quella che ci fa chiudere a guscio, alla ricerca di un'intimità che fa da contraltare alle luci elettriche, ai colori, al chiasso? Ricordo il disagio di quand'ero ragazzo e vedevo gente più vecchia frequentare la discoteca di turno: "Ma dai - pensavo - hai quarant'anni, cos'è che vai in giro, che sembri una rana con l'abito bianco". Ora quarant'anni li ho io, infatti ho pudore e contegno. Però ho simpatia per quelli che resistono, specie per gli arzilli vecchietti che di questi tempi non si perdono una festa di paese con ballo liscio. C'è una mia compagna delle scuole medie ch'è diventata una star del genere. Si chiamava Giuseppina Mercuri, ora Giusy Mercury, perché anche il nome vuole la sua parte e passando dal banco al palco non bisogna lasciar nulla al caso. Non è il mio genere e devo stare attento a non farne beffa, peccando di supponenza, ricordando che in ogni caso s'è ritagliata in questa vita uno spazio, facendo probabilmente qualcosa che le piace invece di un lavoro duro e mal pagato. Detto ciò, con tutto il rispetto, non la aggiungerò alla compilation dell'Ipod. Provare simpatia umana è un conto, esser masochisti un altro.


P.S. Uno dei ricordi che ho di Giuseppina riguarda il secondo o il terzo giorno di prima media. Avevamo un compagno alto e grosso quanto lo sono io adesso. Si chiamava Bartolomeo e evidentemente le aveva detto qualcosa di sconveniente, perché appena messo piede sul marciapiedi fu affrontato dal papà della ragazzina, un signore piccoletto ma che - senza dire né a né bé - affibiò al povero Bartolomeo uno schiaffone da stendere un toro. Da quel giorno Bartolomeo, nonostante la mole, non ci fece più paura, ma a Giuseppina nessuno di noi osò più rivolgere non dico parola, ma nemmeno uno sguardo. Semmai passasse di qua, forse non mi perdonerà il fatto che non apprezzo la sua musica, ma certo si farà una ragione del perché in tutti i tre anni di scuola non le ho quasi mai parlato.


Foto by Lyonora

2 commenti:

toto ha detto...

Giorgio, spera solo che non ti convinca a cambiare idea sulle sue doti musicali, usando il potere di persuoasione di suo padre!

magda ha detto...

Sei un grande!! e altrettanto grande è il piacere di leggere i tuoi pensieri....che poi forse, sono magari simili ai miei...solo che io non so scrivere!!!!! ahahaha

p.s.: non sara mica lei la "tua" Giusy...Guarda qui: http://www.facebook.com/search/?post_form_id=f3b6eccd590f9d297d64d2197fd5b8dc&q=giusy%20mercuri&init=quick&ref=search_loaded#!/profile.php?id=100001245709196&ref=search


Un abbraccio! Magda