venerdì 24 febbraio 2012

San Tommaso (d'Aquino) sul metrò

Nel vagone della metro guardo una famiglia, padre madre e due figli piccoli, fratello e sorella. I bambini si assomigliano tantissimo. Non soltanto loro. I bambini si assomigliano tutti, meno anni hanno e più sono simili. Ci si differenzia con l'età. Trovare un adulto identico all'altro è arduo, mentre superato un certo limite il processo è inverso: da anziani i caratteri somatici tornano a uniformarsi.
Ci avete mai pensato?
Forse non è un caso. Immaginiamo l'esistenza sempre in rettilineo, dal meno al più e dal più al meno, mentre potrebbe essere una parabola o un cerchio in cui i due opposti coincidono e la distanza maggiore è quella che sta nel mezzo.
Non so perchè riflettessi su queste cose mentre i vagoni sfrecciavano in quell'incavo di terra puzzolente e caldo. Credo stessi cercando un punto a cui appoggiarmi per non cadere nell'illusione che attorno a noi sia tutto vuoto, che non esista un senso al nascere e al morire e al companatico tra queste due fette di pane tostato.
Che per un istante tutto mi sia stato chiaro, almeno lì, in metropolitana, è un dato di fatto. Anche se adesso è difficile mettere nero su bianco emozioni che si comprendono prima con il cuore e solo poi, se si è fortunati, con l'intelletto.
Cosa c'è dopo? Cosa ci aspetta al termine dei nostri giorni, oltre questa terra tonda che trottola e schizza via nell'universo? Non se lo chiede solo Celentano e credo che la risposta non spetti soltanto ai preti, che pur sono tra i pochi - forse gli unici - che ne parlano. La risposta al mistero più grande è scritta dentro noi, pur se non la vediamo. O forse la vediamo, nei volti simili di un bimbo o di un nonno, ma non sappiamo coglierla, abituati come siamo ad andare di fretta, avanti e indietro, senza fermarci nemmeno su una carrozza del metrò, mentre una sola immagine ci dice più che l'opera omnia del dotto San Tommaso (e non Sant'Agostino, come avevo scritto in principio) e delle sue cinque prove circa l'esistenza di Dio.

Foto by Leonora

3 commenti:

Unknown ha detto...

Penso che l'esistenza di un Essere superiore sia anche consolatorio data la meschinità in cui si e' costretti a sopravvivere in questa vita.Non ci si puo' fermare alle cose terrene,il credere a cose superiori, addirittura ad un'altro mondo migliore di questo serve a dare un senso alle cose di tutti i giorni in poche parole avere la fede.

Fede ha detto...

(Questo è un commento non da postare, ma da leggere e basta). Non che mi senta autorizzata a correggere, tuttavia, a memoria futura - per evitare di inserire in futuro un refuso sul giornale, diciamo - temo che abbia confuso Sant'Agostino con San Tommaso D'Aquino. (Se sbaglio io, invece, me lo dica, ché tornerà utile a me!)

Giorgio ha detto...

Cara Fede, perche' non dovrei pubblicare il commento? Davvero e' San Tommaso. Hai ragione tu e mi sono sbagliato io e quando si sbaglia cosa c'e' di piu' bello che dire: scusate, ho sbagliato, correggendo l'errore commesso?
Ora cambio testo e titolo. Grazie mille a te