Foto by Leonora |
Mi piacciono le feste, le ritualità, i punti fissi nel calendario che sono come appigli per evitare che tutto scivoli via. Mi piacciono specie quelle che hanno radice antica, quando il denaro e il consumo erano una parte e non il tutto. Mi piace ricordarmi in questi giorni degli amici, quelli che vedo spesso e coloro di cui ho perso traccia, ma so che ci sono e li ricordo volentieri, sperando che stiano bene, confidando che perdonino la mia latitanza nella consapevolezza che la mia porta è sempre aperta.
In questi giorni, in queste settimane anzi, sono più orso del solito, come una locomotiva non conosco che un binario, quello tra casa e lavoro, avanti indietro, indietro avanti, con poche stazioni intermedie e mai un cambio di corsia. Ripeto a me stesso che non è giusto, che rischio di inaridirmi e restare senza benzina, ma le incombenze alla fine hanno il sopravvento e procedo dritto, a testa bassa.
Ecco perché apprezzo questi tre giorni, la Pasqua: mi costringe alla sosta, ricordandomi che nel passaggio su questa terra esiste qualcosa che va oltre, al di là della ragione, dentro il nostro cuore e sopra la testa.
P.S. Auguri a tutti, che siano giorni sereni, di festa genuina, vera.
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