giovedì 3 luglio 2014

Giovedì, mercato

Foto by Leonora
Giovedì. Di giovedì sono nato e giovedì è un giorno che mi sta simpatico, perché si avvicina il fine settimana e in molte delle città che conosco è il tempo del mercato.
Sì, proprio delle bancarelle, che in Italia ci sono dappertutto, tanto da non farci quasi caso, ma quando arriva un turista dall'estero ne rimane incantato. Lo scrivo per esperienza, avendo lavorato in centro a Como per una dozzina d'anni e avendo fatto da guida a decine di persone disorientate, con la cartina in mano, che chiedevano informazioni su "the typical market".
Le prime volte non mi ci raccapezzavo. Neanche consideravo l'ipotesi che uomini e donne avessero fatto migliaia di chilometri e fossero interessate non al lago, al Duomo, ai tesori del Razionalismo, al borgo medioevale, bensì a quel via vai di gente e di merce esposta alla buona.
Sbagliavo. Me ne sono accorto tardi, prestando attenzione a quanto prima appariva scontato e imparando a guardare con occhi nuovi ciò che in fondo sentivo già simpatico. Mercato per me è soprattutto la passeggiata d'estate con mia madre, quando a luglio restava a casa in ferie, e mi accompanava a ripetizioni di matematica, in via Cadorna. Terminato quel calvario (con i numeri sono sempre stato un zuccone) c'era il premio: panino imbottito ed Estathè e giro al mercato, appunto. Oppure al mio paese, sempre d'estate, che in oratorio si andava al pomeriggio mentre al giovedì mattina il mercato era per noi ragazzi un ritrovo. Esattamente come per Giorgia e la sua generazione, oggi.
A Monza questo legame si è rafforzato, poiché lì il Cittadino esce il giovedì, proprio in coincidenza con quello che da tempo immemorabile era punto di incontro tra città e campagna, tra chi vendeva i proprio prodotti e chi li acquistava, in una società in cui lo scambio non era ininterrotto e continuo, ventiquattr'ore al giorno, com'è ora, bensì aveva i suoi momenti e le sue liturgie.
Ho pensato queste cose stamattina, partendo dal mio paese e vedendo le bancarelle, diverse (non solo nei prodotti, anche nel modo di esporli: l'interscambio culturale ha cambiato la prassi ordinata e metodica e introdotto quella alla rinfusa, più simile al bazar, dove trovare le cose è più difficile ma magari cercando se ne trovano altre e si comprano) eppure uguali a un tempo. Infatti stasera si mangerà pollo. Del mercato.

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