lunedì 14 luglio 2014

I pigliatutto (Germania uber alles)

Foto by Leonora
Berlino è una meraviglia, una delle città più belle che abbia visitato. In questo concordo con Pietro Paganini, membro di "Comunicazione bianconera", che ha commentato benevolmente la vittoria della Germania nel campionato del mondo di calcio, sottolineando qualche aspetto simpatico: 
- si chiamano Mario, Angela, Guido
- vogliono l'austerità ma ci perdonano tutto, ci vogliono bene
- vengono in vacanza da noi e viaggiano in autostrada (a differenza dei pitocchi olandesi che prendono le vie alternative per non pagare)
- fanno delle ottime lavatrici e lavastoviglie
- fanno ottime auto ma preferiscono le sportive italiane...
Seguono altre considerazioni, più calcistiche, mentre a me interessa fermarmi un passo prima, sciacquando i panni nel Reno per confessare che ieri sera tifavo intimamente Argentina, "anche se - per usare le parole di Pietro - di loro ricordo solo le bancarotte e gli imbrogli".
Quando ero un bimbo la Germania Ovest mi piaceva moltissimo, forse per quella maglia elegante, bianca con le tre bande nere, forse perché allora era un popolo ancora diviso, sconfitto, che tentava di scrollarsi di dosso le colpe di un tempo. Ricordo la finale del '74, vista in tv, sul balcone di casa, con mio padre e i suoi amici Giancarlo ed Ambrogio a fare un tifo sfegatato per l'Olanda di Cruiff, Neeskens, Rensenbrink e del portiere farfallone Jongblod. Ero l'unico controcorrente e mi premiò il risultato. Un'infatuazione terminata otto anni dopo, con l'urlo di Tardelli sul campo del Santiago Bernabeu, e a Italia '90, che vinsero, così come hanno trionfato ieri sera, raggiungendoci a quattro coppe mondiali e soprattutto confermandosi nazione pigliatutto, dall'economia al calcio.
Oggi, a mente fredda, penso che non ha tutti i torti Pietro, che i tedeschi fanno tanto i ganassa ma in fondo ci vogliono bene e un po' anche ci invidiano. Così come noi un po' invidiamo loro, che sono come vorremmo essere e non riusciamo. Una benedizione: perché non ci sarebbe peggior tedesco di un italiano esaltato.

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