Foto by Leonora |
Per me è diverso. Mio padre era un canterino, un cuor contento che il ciel l'aiuta, ma nulla che varcasse la soglia della cultura musicale, lo studio o anche semplicemente l'utilizzo di uno strumento, fosse il flauto traverso, il bongo o la raganella.
Piuttosto, se esiste un imprinting, a casa nostra è quello della lettura, dei libri che fanno da parete, quadro e cornice, vezzo d'arredo e speranza che anche attraverso dorsi e copertine entrino nel cuore e nella testa.
Non rinnego la passione per la lettura, mi limito a costatare che la musica ha in più la capacità di coinvolgere, aggregare, creare socialità, convivio e non è un caso se delle arti è sempre stata considerata la regina. Pure quando scrivo - a ben pensarci - è il ritmo, il mot juste, l'armonia che ricerco, tentando di mettere una in fila all'altra le parole, in modo che abbiano significato, ma che anche suonino, proprio come musica. Però è una musica da solisti. Un'esperienza unica, spesso emozionante, quella di leggere un libro, ma che non può essere vissuta che da sé, in perfetta solitudine, entrando in un mondo altrui e chiudendo a chi ci sta attorno la propria porta.
P.S. Tutto questo per dire: leggere è meraviglioso, ma si può cominciare a qualsiasi età, mentre se avete figli insistete perché imparino a usare uno strumento, facciano parte di un coro, di una banda... Magari frigneranno, probabilmente si lamenteranno, forse non mostreranno talento o impegno, ma garantirete loro un'età adulta migliore, gettando un seme di socialità e cultura.
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