domenica 17 agosto 2014

Il primato della musica

Foto by Leonora
Torno indietro un passo, alle note dell'altra sera, alle dita sui tasti, le strimpellate del banjo, il cantare, in lievità, allegria. Nella famiglia che ci ospitava è un'impronta digitale, un segmento di dna tramandato di genitore in figlio, rimpallato tra fratello e sorella.
Per me è diverso. Mio padre era un canterino, un cuor contento che il ciel l'aiuta, ma nulla che varcasse la soglia della cultura musicale, lo studio o anche semplicemente l'utilizzo di uno strumento, fosse il flauto traverso, il bongo o la raganella.
Piuttosto, se esiste un imprinting, a casa nostra è quello della lettura, dei libri che fanno da parete, quadro e cornice, vezzo d'arredo e speranza che anche attraverso dorsi e copertine entrino nel cuore e nella testa.
Non rinnego la passione per la lettura, mi limito a costatare che la musica ha in più la capacità di coinvolgere, aggregare, creare socialità, convivio e non è un caso se delle arti è sempre stata considerata la regina. Pure quando scrivo - a ben pensarci - è il ritmo, il mot juste, l'armonia che ricerco, tentando di mettere una in fila all'altra le parole, in modo che abbiano significato, ma che anche suonino, proprio come musica. Però è una musica da solisti. Un'esperienza unica, spesso emozionante, quella di leggere un libro, ma che non può essere vissuta che da sé, in perfetta solitudine, entrando in un mondo altrui e chiudendo a chi ci sta attorno la propria porta.
P.S. Tutto questo per dire: leggere è meraviglioso, ma si può cominciare a qualsiasi età, mentre se avete figli insistete perché imparino a usare uno strumento, facciano parte di un coro, di una banda... Magari frigneranno, probabilmente si lamenteranno, forse non mostreranno talento o impegno, ma garantirete loro un'età adulta migliore, gettando un seme di socialità e cultura.

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