sabato 20 gennaio 2018

Il filo ingarbugliato delle cose (Nessuno è perfetto, per fortuna)


Imparo ogni giorno dalle piccole cose, pur se resto uno zuccone e per capire non basta mai una lezione.
Ieri l’altro la scoperta più recente, estraendo dalla tasca della giacca per la millesima volta gli auricolari del telefono e constatando con sorpresa che quando le ripiego con ordine poi si ingarbugliano e intrecciano e fanno nodi, mentre se le ripongo alla rinfusa nove volte su dieci, quando le riprendo, in un battibaleno sono pronte.
Così va la vita, in cui non sempre uno più uno fa due e raramente ciò che consideriamo perfetto porta frutti.
Penso al terreno senza sassi, alle camere sterili, ai panorami piatti, all’utilità degli insetti, alle relazioni prive di contrasti, al picco di gioia dopo le preoccupazioni, alle soddisfazione partorite dalle fatiche, al sollievo esaurite le paure, a quanto mi hanno reso migliore le persone peggiori, paziente con gli altri in ragione delle mie debolezze, a quanto mi sono servite le cadute, costringendomi ogni volta ad alzarmi.
Tendere all’ideale non significa disprezzare storture e dissonanze.
Credo sia utile ricordarlo pure in questo tempo di schieramenti ed elezioni, in cui differenze di pensiero e di atteggiamento si fanno più evidenti. Da parte mia faccio esercizio di tolleranza ogni giorno, evitando di farmi contagiare dal malumore cronico e dallo scandalizzarsi continuo di coloro a cui non va bene niente e si siedono sempre dalla parte della ragione. La vita è troppo breve per passarla in un continuo scontento.

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