venerdì 3 dicembre 2021

A bordo lacrima (Una luce nel buio)

"A volte voglio chiamarti, ma so che non ci sarai". Ascolto la canzone ad occhi chiusi, con una lacrima, una sola, che non scende, incastrata al margine dell'occhio.
Buio è tutto attorno e struggente quella musica, l'emozione che ha innescato, toccando un nervo, accomunando ogni essere umano, rendendo fratelli e sorelle tutti e tutte, poiché tutte e tutti lo possediamo, pure quando non ce ne accorgiamo, anche se lo seppelliamo sotto una coltre spessa di indifferenza, per protezione o cinismo.
Ripenso alle molte parole taciute, ai sentimenti che per incuria e pigrizia non ho esplicitato, alle decine di persone a cui sono legato evitando però di rifare di tanto in tanto l'asola, come se fosse superfluo, rimandando e rimandando, scacciando l'ipotesi del troppo tardi, che arrivi un giorno in cui mi sarà impossibile farlo, anche volendolo.
Questo Natale, il prossimo, vorrei io farmi un regalo, partendo da lontano, scrivendo a più persone possibili, dicendo perché sono speciali, il bene che provo e mi unisce loro.
Dopo tutto, a questo servono le feste, anche per chi mal le sopporta e spera di saltare a piè pari a gennaio inoltrato: che piaccia o meno, esse sono un'occasione, lo spunto, il pretesto per un coraggio che nel resto dell'anno non troviamo, l'esame di riparazione del sentimento umano.


P.S. Questa è la canzone in cui mi sono imbattuto, qui invece si trova il testo. Per chi amasse più il cinema della musica, credo che l'ultimo film di Sorrentino produca lo stesso effetto.

La lacrima invece, una sola, non è scesa, forse per un motivo: sono un uomo fortunato o distratto, infatti alle persone che nella mia vita contano o hanno contato di più, ciò che di intimo e vero potevo dire mi pare di averlo detto. E anche questo blog, nelle centinaia di post da cui è formato, contiene spesso lettere messe nero su bianco, che i destinatari hanno già ricevuto e per i quali rimane sempre a disposizione, finché avranno memoria, finché lo vorranno.

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