venerdì 24 dicembre 2021

Un azzardo di gentilezza (Verso noi, per primi)

Sulla soglia delle feste, tra mille lacci e laccioli che fanno d'intralcio alla serenità che dovrebbe essere distintiva di questo tempo, dal mazzo degli auguri ricevuti estraggo questo: "E mi convinco che la gentilezza non sia un azzardo, perché trasforma le persone che la praticano e che la ricevono, spesso in modo imprevedibile".
È vero. La gentilezza trasforma le persone, in meglio.
Pure quelle che in apparenza non la meriterebbero.
In psicologia si chiama "comportamento non complementare" e in principio ad auspicarlo fu colui che domani ricordiamo e che duemila e rotti anni fa esortava a porgere l'altra guancia, senza pensarci troppo.
Evito prediche e sermoni, limitandomi a una preghiera. Laica.
I primi nei confronti dei quali dovremmo essere indulgenti siamo noi stessi, riconoscendo i molti meriti che abbiamo invece di focalizzare l'attenzione verso i difetti, i limiti, le mancanze che pur esistono, ma somigliano alle notizie dei telegiornali: raccontano le eccezioni, non la regola del comportamento umano.
Così per noi, che siamo assai più della somma dei difetti che ci imputiamo.

P.S. Ringrazio Lucio, per il bel biglietto che mi ha recapitato e che ha fatto da spunto a questo scritto.
Ne approfitto anche per allargare il cerchio ed estendere gli auguri a tutti coloro che passano da qui e che benevoli nei miei confronti lo sono per principio, restituendo un'immagine di me che scalda il cuore pure quando fuori e dentro è gelo.