Ogni suo ritorno “a casa” è un regalo grande e pure un piccolo intaglio di emozioni, sentimenti, anche insegnamenti, su cosa significhi essere genitore, su un legame così forte che fa sentire i figli sempre vicini, anche quando scelgono rotte d'alto mare invece d'un ormeggiare quieto, sotto costa, al riparo da bonacce e fortunale.
Abbraccio Giacomo ogni volta che sbarca in Italia da Dublino, mettendomi in punta di piedi e “arrampicandomi” fino alle sue spalle forti, stringendolo per un istante che ha i contorni del sempre.
Gli dico spesso che ha cuore sensibile e testa cocciuta, tale e quale alla madre, eppure non le è “eguale” perché i figli prendono in dote qualcosa dall’una e dall’altro, sono sempre addizioni. Di più. Moltiplicazioni. Per fortuna più di virtù che di vizi, fragilità, debolezze.
Ci preoccupiamo per loro nei più svariati modi e “proteggere” è verbo che vorremmo declinare in tutte le accezioni possibili e immaginabili, costantemente, dimenticando troppo spesso che renderli liberi, indipendenti, fare in modo che ragionino con la loro testa e camminino sulle loro gambe è il solo compito a cui siamo attesi e, anche se a volte costa fatica, soltanto così dimostriamo di amare loro e non noi stessi.
P.S. Diversi. Diversi tra loro, da noi. Una sorprendente varietà di gusti, abitudini, attitudini, desideri, comportamenti, aspirazioni. Pur se chi li osserva da fuori individua in essi un filo rosso, caratteristiche che li accomunano - dal modo in cui sorridono o salutano alla gestualità, ai tratti somatici - è proprio la diversità che li rende unici. E anche se non ce ne accorgiamo, poiché ci manca la giusta distanza, perché risultiamo troppo distanti o troppo vicini, già ora ad essi appartiene il mondo e il mondo, grazie a loro, è un posto migliore.
2 commenti:
Anch’io ho un mio Giacomo e una mia Dublino con Emma. E il sentimento è molto, molto, ma molto simile al tuo… un abbraccio!
Grazie! Ricambio l'abbraccio. Anzi, lo raddoppio: un abbraccione :-)
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