Lo faccio perché i buoni propositi sono importanti, ma la vita con i suoi ammaestramenti lo è di più.
E una lezione di vita, d'amicizia, me l'hanno data, testimoniandola senza bisogno di proferire verbo, due persone a me care, una delle quali ci ha lasciato, due giorni fa, mentre all'altra sono legato per famiglia.
Teresa ha sofferto molto negli ultimi mesi. Affermare che la morte sia stata una "liberazione" non è fuori luogo né retorico. Giunge un punto nell'esistenza umana in cui "tutto è compiuto", per cui, seppur si potrebbe ragionevolmente aspirare a qualche altro anno, forse anche decennio, di pace e serenità, se a causa della malattia serenità e pace mancano è comprensibile "lasciar andare", non trattenere.
Si dice che quando si nasce sono belli, quando ci si sposa tutti sono ricchi e quando si muore tutti sono buoni. Non voglio fare torto a Teresa dunque con una banalità, certo però io non l'ho mai sentita parlare male di qualcuno, né negare un favore, né sottrarsi a un sorriso garbato di accoglienza, comprensione. L'ho e l'avrò sempre in mente seduta fuori casa, nel piccolo portico che condivideva con Emanuela, intenta a chiacchierare, fumare una sigaretta o anche soltanto a godersi un istante di quiete.
Devo essere onesto, ho un metodo arbitrario e opinabile per giudicare la bontà o meno delle persone: notare se vanno d'accordo o meno con i vicini. Ecco, tra Teresa e Emanuela non ricordo uno screzio, uno sgarbo, la ripicca legata anche a un malinteso. Nulla.
Al contrario, ho sempre ammirato loro una disposizione a comprendersi, l'aiutarsi a vicenda, l'ascoltarsi, uno stare accanto autentico, senza scene o moine, mai di facciata, sempre di sostanza.
Perciò, quando abbiamo accompagnato Teresa per l'ultimo viaggio, stamane, ho compreso la sincerità e la profondità degli occhi lucidi e limpidi di Emanuela, che per Teresa è stata, insieme con il marito Rocco e i figli Giuseppe e Simone, "famiglia".
P.S. Lo so, lo so che Fulvio, marito di Emanuela, desidera da me un favore, anche dall'alto dei piaceri che fa a me, ai miei figli, e non è detto che prima o poi non riesca ad accontentarlo, anzi, sono frequenti le volte in cui me lo riprometto, con disposizione sincera d'animo e cuore. Questa però non è ancora l'ora né il giorno, per scrivere un post, il post, per ricordarlo da vivo come se fosse morto. Gli toccherà aspettare. Sospetto che lo farà volentieri.
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