sabato 10 gennaio 2009

Classe quarta elementare 1975


Un anno fa, esattamente come oggi, moriva mio padre. Ne ho già scritto parecchio e non voglio aggiungere altro se non che mi manca, ma me lo sono "goduto" quand'era in vita e non ho rimpianti.

C'è un altro pezzetto del mio passato che torna. Ieri, spulciando in Facebook, mi sono imbattuto in Federico Saladanna, un compagno delle elementari (entrambi le abbiamo fatte al collegio Santa Chiara di Como). Lui non si ricordava di me, io sì di lui. Insieme abbiamo messo assieme una lista di compagni che non mi dispiacerebbe ritrovare. Un paio (Marinella Zanetti, Stefania Mazzetto e pure Marco Natali, adesso che ci penso) li ho incontrati negli anni scorsi. La maggior parte rimangono per me volti sorridenti su una fotografia a colori tendenti al rosso scattata nel 1975 (eravamo in quarta) e un pugno di ricordi nitidi e senza tempo. Il refettorio, dove non mangiavo nulla essendo a quel tempo schizzinosissimo. La palestra e una maglia arancione e una gara di gimncana. Un prato con in mezzo un carretto dove nascondersi e le galline che sporcavano dappertutto. Un piazzale enorme, dove aspettavamo il pullman giocando a calcio. Corridoi immensi e una scala che portava alla palestra, dove ho dato il mio primo bacio. Una sala teatro, in cui arrivarono a cantare i Gen Rosso. Suore terribilmente severe (suor Egidia, suor Gabrielangela), suore che parevano già ottuagenarie (suor Bartolomea) e insegnarono per vent'anni ancora. Una maestra giovane giovane, ch'era nipote di suor Geltrude e fu la nostra insegnante di quinta e per me aveva un debole e non l'ho mai dimenticata, anche se morì di leucemia pochi anni dopo, quando era ancora una ragazza. Fu lei a farci leggere in classe "Lettere a una professoressa" di Don Milani e a farci guardare il telegiornale, unendo i banchi a gruppi di quattro o cinque e assegnandoci ruoli giornalistici diversi (io mi occupavo degli esteri).
Sono stati begli anni, in cui si studiava tosto e che mi hanno permesso poi di fare le medie a Lurate vivendo di rendita. Erano una bolla di serenità in quegli anni Settanta di scioperi e terrorismo, coloranti nei cibi e inquinamento selvaggio nei corsi d'acqua, nell'aria e nei terreni. Anni che porto con me tuttora, sperando di riveverli un giorno, quando deciderò che è il momento di fermarmi e di scendere.
Foto by Leonora

1 commento:

Elena Trombetta ha detto...

La ragazza giovane, un vero tesoro, si chiamava Emiliana.
Io avevo la maestra Gaschi, non so se ne avevi sentito parlare.
Suor Geltrude mi ha insegnato a ricamare.
Odiavo i finocchi e l'insalata piena di aceto e anche la pasta in bianco con il formaggio che faceva la crosta.

E, beh, ero a Santa Chiara anch'io :)))

Che dici? Facciamo il gruppo su Facebook? :)