domenica 16 ottobre 2011

Cremat e pirlas (solo una dei due è una specialità spagnola da leccarsi i baffi)

Qualche sorriso in più e qualche broncio in meno non sarebbero male. Lo scrivo per chi ha i milioni di euro in banca e fa del bene alla propria città, pretendendo però in cambio soltanto lodi e suoni di fanfare (leggere qua, per chi vuole approfondire), ma anche per chi sembra sempre che gli sia morto il gatto e guarda in cagnesco, a dispetto dell'astio che da sempre divide i due animali.
In questi giorni io mi trovo sospeso, nel mezzo del guado e indeciso se tornare indietro o preseguire. Proseguirò, anche perché quando sono nato l'unica marcia di cui mi hanno munito era quella avanti.
Nel occhi ho ancora i teppisti di ieri, che hanno messo a ferro e fuoco Roma per una mezza giornata abbondante.
Indignados, ma soprattutto pirla. Pirlas, come direbbe l'Amelio, espertissimo di traduzione italiano- spagnola. Celebre l'ordinazione di un Cremat, quando eravamo a Tamariù, sulla costa Brava.
Il Cremat era una specie di grolla valdostana, ma fabbricata nella penisola iberica. Molto alcolica e dal gusto pieno, aromatizzato, sono sufficienti un paio di sorsi per farti sentire un leone. Il problema è che un quarto d'ora dopo dormi russando quanto un elefante.
Ho nostalgia di quella spiaggia, di quei pini altissimi, della baia e dell'odore del mare. Magari ci tornerò, pur soltanto di passaggio, come ho già fatto quest'anno in cui con tutta la tribù siamo stati a visitare la masseria di Monopoli e la corte con annesso cascinale di Squinzano.

Foto by Leonora

1 commento:

cafecaracas ha detto...

Giostra è proprio la parola giusta e sul resto come non darti ragione e mi raccomando sempre ...avanti