giovedì 5 novembre 2020

Le tue prigioni (Diciott'anni, oggi)

Sei colui che forse più m'assomiglia - spero soltanto nei pregi - e il tuo compleanno è speciale fin da quando sei venuto al mondo, lo stesso giorno di mio padre.
Il cinque novembre è più di una data.
Il cinque novembre per me è il punto di sutura che trasforma due segmenti in una linea, cucendo a filo doppio il figlio e il padre che ho avuto e il padre e il figlio che resto, tuttora, nonostante da una dozzina d'anni con le dita non possa più sfiorare il palmo duro e il dorso morbido delle mani di tuo nonno, eppure ogni volta che ci penso è come se lo facessi, conservando memoria di lui in ogni cosa che conta.
Nell'esplosione della tua gioventù ricorda sempre questa certezza: coloro a cui vogliamo veramente bene non se ne vanno mai, li portiamo con noi, in un modo tanto essenziale da avvertirlo come esperienza fisica, anche se priva di contorni e materia.
Oggi diventi maggiorenne e anche questa è una notizia.
D'ora in poi per convenzione porterai la responsabilità di pensieri, opere e omissioni, anche se confido di averti insegnato a caricartele sulle spalle prima, così come ogni peso che avrai da portare in futuro sai di poterlo condividere sulle spalle di un'intera famiglia. Siamo unici, mai soli: non è poco.
Per il resto, migliaia sono i ricordi della strada percorsa insieme, altrettanti gli episodi, i momenti, le occasioni di gioia, di pura felicità, talvolta di scontro, incomprensione, sempre di crescita reciproca.
Anche ora, che pur mi hai superato in altezza e al pari di tuo fratello quando ti abbraccio debbo farlo da sotto a sopra, l'attimo che preferisco è quando mi guardi negli occhi, quando ti colleghi con me, senza bisogno di aggiungere parola, riconfermando quell'unione indissolubile che supera le leggi della chimica e che tu sperimenti in uno dei tratti che ti distinguono: il numero di amici, la schiera vasta di coetanei a cui sei legato: il più bel regalo che mi fai tu, testimonianza che sei nato seme e porta frutto di comunità ciò che matura la tua pianta.

P.S. Lo so, avresti voluto e meritato un compleanno diverso, una cena in compagnia, la festa con gli amici, risate, baci, abbracci, baldoria. Da giorni e giorni invece sei confinato in una stanza con bagno, senza possibilità di contatto alcuno, se non virtuale, a distanza, pur se non sei propriamente Silvio Pellico né vivi le sue prigioni. Le tue non hanno stenti, ma restrizioni. Mi spiace ci siano, però voglio essere altrettanto onesto, aggiungendo che non è più né meno di una delle molte prove della vita. È attraverso esse che si cresce, diventando grandi e non soltanto alti. Se riuscirai ad affrontarle con il sorriso ampio che hai avuto finora ti peseranno poco e avrai una vita piena, la migliore avventura del mondo.

1 commento:

Giovanni ha detto...

Anche io compio gli anni lo stesso giorno di mio nonno paterno 😄