Incespico in mille pensieri e non faccio un passo, men che meno qui, in quella ch’è la parte migliore di me (anzi, la parte del me migliore, cioè al netto di limiti, vizi, debolezze).
Per scrivere ho bisogno di sponda, la consapevolezza di qualcuno che legga, a cui idealmente rivolgermi, di cui abbia dinnanzi il volto, con cui confrontarmi, dialogare, prendere ago e filo, tendere trama e tessere ordito.
Non è sempre stato così.
C’è stata una lunga stagione nella quale, per ingenuità o ricchezza di spirito, mi risultava facile dire la mia su tutto, riflettere, persino sentenziare.
Da tempo, invece, per evitare chiacchiere vane e costante rumore di fondo, avverto forte la tentazione di ripararmi in un guscio, di fare silenzio, astenermi e al tempo stesso astrarmi, pur se intuisco similmente il pericolo opposto, cioè il disimpegno, l’accidia, l’indifferenza totale, reciproca, il cinismo.
Perciò supplisco mandando messaggi, qualche mail, bussando come a una porta, cogliendo spunto da una foto, una storia, un commento, gli auguri per le feste comandate o il compleanno.
Per scrivere ho bisogno di sponda, la consapevolezza di qualcuno che legga, a cui idealmente rivolgermi, di cui abbia dinnanzi il volto, con cui confrontarmi, dialogare, prendere ago e filo, tendere trama e tessere ordito.
Non è sempre stato così.
C’è stata una lunga stagione nella quale, per ingenuità o ricchezza di spirito, mi risultava facile dire la mia su tutto, riflettere, persino sentenziare.
Da tempo, invece, per evitare chiacchiere vane e costante rumore di fondo, avverto forte la tentazione di ripararmi in un guscio, di fare silenzio, astenermi e al tempo stesso astrarmi, pur se intuisco similmente il pericolo opposto, cioè il disimpegno, l’accidia, l’indifferenza totale, reciproca, il cinismo.
Perciò supplisco mandando messaggi, qualche mail, bussando come a una porta, cogliendo spunto da una foto, una storia, un commento, gli auguri per le feste comandate o il compleanno.
Grazie a chi comprende, a chi risponde, ancor più a chi mi scrive, mi chiama, contatta per primo, in vario modo, accendendo così la scintilla o tenendo viva la fiamma delle relazioni, dimostrando che da soli possiamo essere splendidi punti, ma sono le linee che uniscono a farci prendere forma, identità, disegno.
P.S. "Insieme" non è somma, bensì moltiplicazione. Ne sono convinto, sperimentandolo sulla mia pelle, ogni giorno. E "soli" non si è mai, basta volerlo, educandoci a tendere la mano "per primi" appunto, mai stancandoci di iniziare, ostinandoci a trovare rispondenza, rimbalzo.
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