lunedì 21 giugno 2010

L'età di mezzo


Finalmente estate. Approfitto di qualche giorno libero per ricaricare le pile (strano essere l'uomo: ricarica le pile quando stacca la spina) e mi godo con il sole questo vento fresco e il verde smeraldo di alberi e prati attorno casa. La pioggia e il freddo dei giorni scorsi hanno lasciato in eredità un paesaggio ancora più rigoglioso. Ho letto d'un fiato Camilleri, con il commissario Montalbano impegnato in una macabra caccia al tesoro, e tra ieri e oggi l'autobiografia di Matteo Marzotto, che s'intitola "Volare alto". Un libro che ho trovato nella piccola biblioteca che la redazione cultura del giornale lascia a disposizione di tutti. Non lo avrei mai scelto se l'occhio non fosse caduto sull'anno di nascita di Marzotto, un bell'uomo, forse un po' basso, ma con un taglio di occhi affascinante e un sorriso luminoso: 1966. La mia età. L'età di mezzo. Perciò, sfogliando quelle pagine, è come se avessi sfogliato parallelamente la mia vita, che nel bene e nel male è giunta a uno spartiacque, un di qua e di là come nella fotografia che ho pubblicato a fianco.
Il libro non è neanche male. In alcune parti un po' scontato, banale anche, in altre più appassionante, sincero. A di là delle differenze sostanziali (lui è figlio di una dinastia industriale e ha avuto possibilità di vivere con possibilità ad altri precluse) molti aspetti li ho ritrovati comuni ai miei. Il periodo di crisi nel bel mezzo del liceo (lui perse un anno, io l'ho guadagnato, tenendo duro e accettando di fare gli esami di riparazione, rimanendo aggrappato alla promozione con la cocciutaggine di chi non ha altra scelta: se fossi stato figlio di una famiglia ricca, forse avrei fatto come lui, avrei staccato il piede dall'acceleratore, pentendomi quand'era troppo tardi). Le titubanze nel formare una famiglia (per lui un nodo irrisolto, per me era scontato, naturale, così come avere un figlio: una mentalità per cui sono grato ai miei genitori, che mi hanno insegnato che i bambini sono un dono, non un progetto da pensare e ripensare finché pronto). Il desiderio di combinare qualcosa di buono sul lavoro (concordo con lui quando dice che l'età che va dai quaranta ai cinquantacinque anni è generalmente feconda, contando su una miscela equilibrata di esperienza ed entusiasmo). Poi c'è dell'altro: lui ad esempio ha l'elicottero, una barca, ha viaggiato il mondo in lungo e in largo, è stato fidanzato con modelle e attrici... Come però ho scritto in principio al post precedente, l'invidia è un vizio che non conosco. Ho avuto troppe fortune dalla vita: rispetto tutti, ma non farei cambio con nessuno.

Foto by Leonora

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