Vorrei dire qualcosa di sinistra: le intercettazioni telefoniche non si dovrebbero pubblicare, prima che sia finito il processo. Mi domando per quale oscuro mistero Berlusconi possa talmente condizionare migliaia di persone e i buoni principi che in secoli di convivenza civile abbiamo conquistato. Chi sbaglia? Lui a dire una cosa giusta, anche se lo fa per tornaconto personale e interesse privato, oppure chi rinuncia alla parte della ragione, soltanto per fargli un dispetto? Non sono mai stato un uomo di sinistra, nonostante sia finito come "comunista", peggio, come "cattocomunista", nel tritacarne di chi applica alla politica il tifo da stadio. Anche in questo, cerco di non farmi condizionate, perché questa sì sarebbe una tragedia: costringerci alle regole di chi non la pensa come noi, abbassarci al livello che altri hanno creato. Io mi ritengo un moderato, sforzandomi di giudicare gli atti e in second'ordine le parole, in virtù del contenuto e non perché chi le ha proferite mi è simpatico o antipatico. Della sinistra apprezzo l'attenzione verso i più deboli, l'idea di pari opportunità per tutti, un certo rigore morale; della destra il rispetto per la legge e per l'ordine, il riguardo per i valori della tradizione, dei padri. Oggi non vedo che confusione, ripicche, negazioni dei principi, nel tentativo di far lo sgambetto all'avversario. Da parte mia, cerco di badare più a ciò che è giusto e meno a ciò che è conveniente. Dicevo delle intercettazioni. Da giornalista mi ingolosiscono, poiché la loro pubblicazione fa vendere migliaia di copie e con le copie vendute noi campiamo. Ma da cittadino non posso far finta di nulla e negare ch'è ingiusto rendere pubblico un colloquio telefonico, in cui non traspare nulla di illegale, ma giudizi grevi o volgari, come credo siano buona parte delle conversazioni al telefono, comprese le mie, che nell'intimità del dialogo assomiglio più a un camallo del porto di Genova che ai probiviri di Oxford. Una legge in questo senso è necessaria, oltre che auspicabile. Qui non è questione di Berlusconi o non Berlusconi, bensì di civiltà, e non sono disposto a fare sconti a nessuno, neppure a chi cerca di fare (inutilmente) lo scalpo di un politico che non stimo, né ammiro e che giudico responsabile di buona parte del dissesto morale e sociale per cui "tutto è niente" e non si sa più dove stia di casa la serietà. Ma proprio per questo non posso permettermi di essere poco serio anch'io. Io voglio tornare a vivere in un paese diverso da quello in cui se voto questo sono bravo, se voto quell'altro sono colluso, mafioso o comunista, statalista o effemminato. Voglio continuare ad avere fiducia nei giudici, continuando a dire che è uno scandalo se i tribunali chiudono - come di fatto avviene - due mesi all'anno, con quel carico di arretrati che pende al collo di migliaia d'imputati in attesa di processo. Voglio continuare ad avere fiducia nella democrazia, sostenendo però che chi ha avuto più voti non può essere immune da leggi che valgono per tutti, compreso chi è eletto, fosse pure con un plebiscito. Voglio - più di ogni cosa - chiudere gli occhi e svegliarmi già domani, ma senza trovarmi io stesso cambiato, diverso, in qualche modo contaminato da questo tempo per troppi aspetti livoroso e perverso.
Foto by Leonora
2 commenti:
Caro Giorgio,per quanto tu auspichi, non mi sembri tanto moderato. Stai prefigurando un Paese normale, con dei valori normali....e questo è rivoluzionario, in Italia
assolutamente ragionevole il tuo discorso sulla pubblicazione dei tabulati, specie per i processi in corso o in fase di indagine.
Devo però farti notare una assoluta inesatezza: i tribunali non chiudono MAI, anzi, chiudono il giorno di ferragosto e quello di Natale. Nei "due mesi" di cui parli, restano sempre aperti, per le udienze contro detenuti, per gli arrestati, per le convalide, per gli atti urgenti anche in sede civile (pensa agli sfratti) e per molte altre cose.Recati in un tribunale qualsiasi e te lo spiegheranno, questo te lo dico perché ho lavorato il 14 agosto o il 31 dicembre, quindi so quel che scrivo.
saluto
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