Mancano poche ore e segnerò sull'impugnatura della pistola un'altra tacca. La segnerei, cioè, se avessi una pistola e sapessi incidere una tacca, ma sono pacifista e recentemente ho anche smarrito una manualità d'artigiano che a sorpresa avevo dimostrato tra venticinque e i quaranta.
Via un anno, un altro, archiviato in fretta e furia, pronto a prendere di petto quello nuovo, che chissà perché mi inquieta. Non so cosa direbbe Freud (perché mai dovrebbe poi dire qualche cosa) a commento di questa propensione a provare più nostalgia per ciò che non c'è più rispetto al desiderio di avventura per quello che mi aspetta. Stasera mi aspetta un San Silvestro spartano per lo stomaco, ma di eccezionale suggestione visiva. Con un manipolo di parenti e amici coraggiosi salieremo a mezza costa su una montagna e a mezzanotte contempleremo il panorama, con il buio punteggiato di luci e botti in lontananza. L'anno scorso avevamo scelto il Baradello, l'anno prima il Pin Umbréla, quest'anno la Croce dell'Uomo, sopra Cernobbio, ma salendo dalla Svizzera.
Sarà là, tra un brindisi con il prosecco e un sorso di vin brulé fatto in caso, che vi penserò tutti, augurandovi per il nuovo anno serenità e fortuna.
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