domenica 9 agosto 2020

Il mostro che ci abita accanto (A volte dentro)

Lo farò. Prima o poi lo farò, manderò a quel paese qualcuno, commenterò con cattiveria, sarcasmo, volgarità, sostituirò il fioretto con la clava, aggiungerò alla lingua la lama, sfogando frustrazioni e arrabbiature tarpate cento volte, alcune per una vita intera, altre per un giorno soltanto, ma con quel giorno che mi è costato in bile, caro.
Lo farò e per un minuto sarò euforico e orgoglioso e poi per anni pentito e scontento e avrò rimorsi, ma basta rimpianti e non sarà comunque poco.
Lo farò, togliendomi tonnellate di sassolini dalla scarpa, rivelando finalmente l'istinto che la formazione tiene sopito, che cova senza bruciare, domato tranne che nel privato più intimo.
Lo farò, ma voi amici non giudicatemi soltanto da quello, bensì considerate le migliaia, le decine di migliaia di volte in cui ho tirato dritto, mi sono morso le labbra, ho inghiottito amaro, inchiodato i polpastrelli lontano dalla tastiera, facendo finta di nulla, non replicando mai alla marea devastante di fango che quotidianamente circola attorno e non soltanto a me, a chiunque frequenta i social senza chiudersi nella bolla di amici, solcando delle relazioni il mare aperto.
Lo farò. O forse no. Forse continuerò ostinatamente a comportarmi come mi sono sempre comportato, conoscendo le regole della comunicazione, sapendo che chiunque ha un ruolo pubblico, fosse anche quello di semplice cronista cittadino, non può permettersi un attimo di vuoto, l'istante in cui la mente va in corto circuito e i nervi hanno il sopravvento sulla ragione, sul garbo di chi "nato non fu per viver come bruto".

P.S. Volete un esempio, affinché quelle sopra non siano soltanto chiacchiere e distintivo?
Questo è il video di un’intervista che ho fatto in tv tre anni fa a un ricercatore dell’Università Bicocca sui videogiochi e il loro utilizzo.
Una semplice chiacchierata, nulla di più, con una persona che non è Satana né Dio, bensì si interessa del fenomeno ed esprime pareri, offre degli spunti, presenta il suo punto di vista certo opinabile, non infallibile, tuttavia in modo sereno, senza bava alla bocca, pacato.
Poi leggete i commenti lasciati sotto.
Non li ho omessi mai, censurati nemmeno, perché sono per la libertà più cristallina, ma anche perché è giusto rendersi conto di come siamo distanti da un confronto civile su tutto, persino su un gioco, e ci sono persone sguaiate che insultano e offendono e trattano gli altri con superiorità sommaria, spesso non mettendoci la faccia, il muso.
Ora, l’uomo tribale che abita in me pensa: “Non ce la faranno, non ce la faremo mai”. L’altro, quello che non vuole diventare come loro, si ostina a credere che si tratta di un percorso, di una fase, e che soltanto l’educazione - compresa la "buona educazione" - renderà migliore questo mondo.

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