sabato 30 luglio 2011

Destra e sinistra: l'ora del catechismo


Mio padre è morto con due crucci. La Juventus in B, travolta dallo scandalo di Calciopoli, e - assai più grave - esser chiamato comunista dopo che per quarant'anni il comunismo lui l'aveva avversato. Non perdonava a Berlusconi l'arroganza, il fare di ogni erba un fascio, catapultando tra i nemici ("comunisti") chi non lo votava. Negli ultimi anni della sua vita in casa nostra "Repubblica" aveva affiancato "La Provincia" e il Tg3 era il notiziario di riferimento. Mio padre non è mai stato un uomo di sinistra, era un democristiano convinto, di quella parte della Dc che aveva senso dello Stato ma pure attenzione verso i deboli. Egli era convinto che la libertà fosse il valore più grande, ma soltanto se accompagnato da una tensione concreta, fattiva, verso l'uguaglianza, affinché ciascuno potesse contare su pari opportunità di successo, benessere e realizzazione nella vita.
Era questa la sua idea di sinistra, pur se per molti aspetti era un uomo di destra, intendendo la destra (per citare Montanelli) "non un'ideologia e tanto meno un partito, ma una civiltà. Più che un'idea, una morale, un catechismo di comportamenti: disinteresse, correttezza, discrezione, orrore dello spettacolo e della demagogia".
In un tempo in cui, nel clangore delle urla e nel sotto vuoto spinto della politica attuale, si faticano a distinguere idee e intendimenti, credo sia giusto rimettere al centro "un catechismo dei comportamenti" e giudicare i politici da quello che fanno e non da quello che dicono.

Foto by Leonora

1 commento:

Anonimo ha detto...

Questa classe politica non merita nemmeno di fregiarsi della denominazione di "destra" o "sinistra". Se penso che tanti italiani negli anni passati considerarsi di destra o sinistra era una collocazione sociale che "gratificava" e collegava lavoro, famiglia e dopolavoro. Gli attuali nostri politicanti sono riusciti ad uccidere una volta per sempre la vera "politica" al di là delle idee che ognuno predilige.