domenica 3 luglio 2011

Educare i figli (e io ho solo l'acqua calda)


I brutti sogni muoiono all'alba, ma per farlo bisogna svegliarsi e con una giornata così, che in buona parte se ne andrà al chiuso della redazione, tanto vale alzarsi e godersi attimi di quiete in santa pace. Qualche giorno fa leggevo il post di Samantha e sono rimasto curioso e al tempo stesso emotivamente coinvolto per il passaggio in cui di sé scrive: "Samantha sa che il gesto del suo Ragazzo, la cazzata di quattro ragazzini poteva trasformarsi in una tragedia.. Samantha sa che se le cose non fossero andate per il verso giusto, oggi le nostre vite sarebbero distrutte. Son stati giorni difficili, abbiamo pianto, ci siamo arrabbiati, abbiamo tirato sospiri di sollievo alternati a momenti di sgomento...". Non conosco Samantha se non per il bel blog che tiene con le amiche Wilma e Miranda, Samantha non è neppure il suo vero nome, non so in cosa consista la stupidaggine di quattro ragazzini, ma posso immaginare la corda tesa a un'altezza infinita e la paura di precipitare, i passi incerti, in equilibrio, trattenendo il fiato, per non precipitare sotto, con la paura, il terrore persino che possa capitare anche a te, che tutto si infranga in un attimo. Anche nelle nostra famiglia siamo alle prese con questa tensione educativa, pur se il motivo non è nulla di così grave, bensì una delusione scolastica, un voto più basso di quanto immaginavamo. Come il profeta Giona all'ombra del ricino, basta un niente per scatenare la rabbia e il dispiacere dell'essere umano, mettendo in dubbio - se il soggetto è un genitore e il tema consiste nel rapporto con i figli - l'intero sistema educativo. Di mio riconosco la difficoltà a dosare libertà, leggerezza, autonomia da una parte e disciplina, senso di responsabilità, dovere dall'altra. "Capirai, hai scoperto l'acqua calda". E' vero: nulla di nuovo sotto il sole, pur in una giornata in cui il sole è magnifico, come questa. Credo si tratti di un continuo bilanciare, di un procedere a tentoni, consapevoli che nulla è dato per sempre, che non esiste un'universale ricetta, che le chiacchiere contino meno dell'esempio e che c'entri molto la fortuna. Certo in questa occasione mi sono convinto che da parte mia, oltre a una maggior presenza, occorra anche un briciolo in più di fermezza. Da ieri l'altro alle dieci e mezza, massimo venti alle undici, la televisione è spenta e si va a letto con un libro in mano. Può darsi che i miei figli me lo rinfacceranno, tra qualche anno, ma almeno lo faranno in un buon italiano.

Foto by Leonora

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Sarò retrogado ma il sistema vecchio è ancora un buon sistema. Il padre deve fare il padre e il figlio colui che ascolta.Sono pronto a buttarmi nel fuoco per loro ma loro devono sapere e capire che oltre un tale limite non si va.Le richieste incessanti e continue fatte dai nostri ragazzi non deono sempre essere accolte.Ogni tanto il "qui si deve fare così" va rammentato anche a muso duro. Ovviamente bisogna sempre saper ascoltare.

Samantha ha detto...

Hai descritto perfettamente il mio stato d'animo di quei giorni, "la paura di precipitare" è stata grande e terribile allo stesso tempo. Scriverne e leggervi è stato per me terapeutico.
Personalmente non son mai riuscita a dare punizioni ai miei figli poichè non credo nella loro efficacia ( il mio guru è il dott.Gordon in: "genitori efficaci") ma la tua decisione (che poi punizione non è!) in merito alla questione mi pare ottima e son certa che ne raccoglierete i frutti..!