venerdì 12 agosto 2011

L'osservatore affettato (piccole frustrazioni estive)


Docile. E' un bell'aggettivo "docile". Ha radice nel verbo latino "doceo", imparo, insegno. Più imparo. Facilmente ammaestrabile, anche.
A volte vorrei essere più docile, non verso qualcuno in particolare, semmai nei confronti della saggezza, della vita. Invece m'arrabbio.
M'arrabbio quando c'è stupidità, invidia, codardia. Specialmente quando codardia, invidia e stupidità si manifestano contemporaneamente, magari accompagnate dalla supponenza. Mi piacciono le persone schiette, che dicono pane al pane e vino al vino.
Così cerco d'essere anch'io, pur se mi rendo conto che di questi tempi sono diventato pigro. E molle. Aver trovato un lavoro che mi soddisfa, che mi piace, ha finito per intaccare la tempra d'uomo che anni di magro avevano forgiato.
Forse sono io che, in questo agosto che m'impegna a fondo, guardo a me stesso con troppa durezza. Più probabilmente c'è del vero. Unghie e denti aguzzi sono un ricordo. In compenso riscopro atteggiamenti che avevo accantonato. Lo studio, ad esempio. L'approfondimento. L'aggiornamento.
C'è un'altra cosa che non sopporto: l'ovvietà. La banalità. Nelle frasi fatte, negli atteggiamenti, persino nelle posture. Mi irrita in pari modo scoprirle in pagina (negli articoli che leggo), in radio (nei discorsi vuoti di certi deejay senza cervello o troppo impegnati ad ascoltarsi la voce impostata per partorire un pensiero originale, sensato), in televisione (con tutti questi conduttori di tg che si danno un tono, pensando di essere professionali, invece sono soltanto macchiette, sbiadite copie di un modello standardizzato: guardano in telecamera, ammiccano, si mettono di sbieco, sono affettati e suadenti come se il destino del mondo dipendesse dalla faccia con cui lo presentano). Basta. Siate più naturali, siate voi stessi - direi - se oltre la maschera ci fosse anche un essere pensante e non un robot umano.
Ecco, lo sapevo, mi riprometto sempre di essere docile e finisco per digrignare i denti e abbaiare, come un qualsiasi randagio. Ma tranquilli, non mordo. L'ho detto che sono diventato molle.

Foto by Leonora

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