lunedì 1 agosto 2011

Povero Silvio sì, ma il canarino


Avevo finito di scrivere della morte nel post precedente da nemmeno una mezz'ora e una (piccola) disgrazia è piombata in casa mia: se n'è andato il canarino.
Non è volato via, defunto proprio. Silvio, si chiamava, il perché di questo nome mi pare di averlo già spiegato tempo fa: avendo mio padre scarsa simpatia per Berlusconi, sovente partivano moccoli indirizzati al di lui medesimo, il presidente del consiglio; volendo insegnare ai miei figli che bisogna sdrammatizzare e che Silvio non è sinonimo di brutte bestie, avevo dato quel nome al canarino. Tutto cio' sette anni fa, mese più, mese meno. Non era dunque vecchio, infatti è dipartito per un incidente domestico, di cui qui non faccio cenno poiché a causarlo è stata Isabella, che più di chiunque altro in questa casa gli ha voluto bene e lo ha accudito. Purtroppo proprio il prendersene cura è stato fatale. Silvio se n'è andato in un lampo, senza accorgersene (diciamo che non avrebbe potuto aspirare a una morte migliore, e ho detto tutto), mentre accorti ce ne siamo noi, dalle urla di Isabella, che si sentivano a distanza di un isolato. Mi spiace per lei e per lui, il canarino, il quale ha trovato sepoltura dignitosa, senza fronzoli, sotto le ampie fronde del faggio, in giardino. Ora la gabbia è vuota e al mattino tra le stanze non si ode più il suo cinguettio. Ho voluto ricordarlo qui per fare memoria che c'è stato. Presto ne adotteremo un altro, ma non chiedetemi di chiamarlo Angelino, come Alfano.

Foto by Leonora