Come il
Manchester City. La partita di ieri del Parè (spareggio "giovanissimi '97" contro il Turate per decretare il vincitore del girone provinciale) è stata quanto di peggio le coronarie possano sopportare. Provo a fare il riassunto di quanto è avvenuto, con una premessa: durante il campionato ha meritato più il Parè ed è stato raggiunto dal Turate, ieri invece per gioco, occasioni, condotta in campo avrebbe meritato di vincere il Turate e la partita se l'è portata a casa il Parè. Che a un minuto dalla fine della partita era rimasto in nove contro undici e perdeva uno a zero, con gli avversari che in più avevano anche sbagliato un rigore e preso due traverse. Una sconfitta annunciata ribaltata prima con il gol dell'uno a uno su punizione e poi incredibilmente vinta per tre a uno, con altre due reti magistrali segnate dal centravanti e una difesa eroica dei superstiti rimasti nei due tempi supplementari. Un risultato incredibile, a dimostrazione che nel calcio, nello sport e pure nella vita direi, non esiste giustizia, ma soltanto bravura e fortuna. E che, come diceva
Vujadin Boskov, i bravi ragazzi vanno bene per far sposare le figlie, non sul campo da pallone.
P.S. Sono contento per Giacomo, che nel primo tempo ha vagato per il prato a caccia di farfalle ma nel secondo e nei supplementari ha corso e sputato l'anima. Sono contento per i suoi compagni, nella speranza che abbiano imparato della vita una lezione: mai arrendersi, mai mollare. Sono contento per gli allenatori e per la Parediense, che è fatta di brave persone, generose nel dedicare ai ragazzi tempo e risorse. Mi spiace per i ragazzi del Turate, che ieri ce l'hanno messa tutta ed erano già in paradiso prima di vedere tutto crollare. Mi spiace soprattutto per i genitori dei due ragazzi che, senza giustificazione, con atteggiamenti maleducati, si sono fatti espellere: oltre a tradire i compagni, credo abbiano fatto dispiacere a chi vuole loro bene. O forse è colpa nostra, di noi adulti intendo, che diamo al gioco troppa importanza. In ogni caso, una barriera, una linea di demarcazione tra il giusto e lo sbagliato la dobbiamo segnare. Confido che si siano resi conto da sé e che la prossima volta ci penseranno due volte, evitando di dare in escandescenze e non ripetendo l'errore.
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