domenica 29 giugno 2014

Postal Market (il papà di Amazon)

Il Postal Market ritrovato
Piove. Non so se ve ne siete accorti, ma se abitate a nord o anche a sud del Po, in questi giorni piove che è un piacere. O un dolore, se detestate la pioggia (che a "quasi luglio" può essere comprensibile).
Il meteo comunque c'entra soltanto accidentalmente con questo post, dedicato al papà di Amazon: il Postal Market.
Per i nativi digitali e anche per chi nativo digitale non lo è ma ha meno di trent'anni spiego velocemente di cosa si tratta: un modello di vendita per catalogo. In pratica compravi in edicola o ti arrivava a casa questo librone zeppo di foto di prodotti con relativi prezzi, tua madre poteva ordinarli e riceverli per posta.
Di questi cataloghi ne ho trovato uno, ieri, curiosando tra i libri nella casa che fu dello zio Emilio e della zia Angelina. Collezione autunno-inverno '84-85, con in copertina Isabella Ferrari che "indossa la nostra boutique". Mi si è aperto un mondo. Di ricordi, soprattutto. Dal ferro da stiro Simac (114.900 lire) al walkman Sony (289mila), dal giaccone spalle larghe gabardine per uomo (69.900) al tailleur foderato pura lana vergine per donna (168mila).
In un tempo in cui i canali della tv erano una dozzina e supermercati un paio in tutta la provincia, il Postal Market (e anche l'altro catalogo, Vestro) era un libro dei sogni per il ragazzo che la società consumistica anelava.
Personalmente non ricordo grandi acquisti. In famiglia eravamo morigerati e mia madre i pochi acquisti che faceva preferiva soppesarli, vederli di persona. Semmai, ma qui il discorso si fa più delicato, ricordo l'emozione nello sfogliare le pagine dedicate all'intimo femminile: non quei corsetti spessi e rigidi che credo portasse la zia Angelina e pure mia mamma, piuttosto quel florilegio di reggiseni e di mutandine semitrasparenti, indossate da avvenenti modelle, che se ci aggiungevi un po' di fantasia ti pareva di vedere cosa nascondessero e costituivano l'unica morbosità in un età per il resto candida.
Di tutti quei prodotti compravamo poco o nulla, dicevo, tuttavia ammirarli così, uno in fila all'altro, dai pigiami alle macchine per scrivere, dai cappotti agli orologi, dalle pentole al tritaghiaccio manuale per granite (5.950 lire), era una meraviglia, oltre che far venire l'acquolina (infatti un tritaghiacchio identico - arancione - lo comprammo, me lo ricordo, però alle bancarelle del mercato).
Ora che quel tempo è passato e del Postal Market è rimasta soltanto l'etichetta (credo sia uno delle decine di store on line), alla mia generazione restano i ricordi e, nei più romantici, la nostalgia. Con Internet, oltre alla velocità, si è aggiunta l'abbondanza, mentre lo stupore non è merce che si possa acquistare né mettere in vendita, però - e questa è una buona notizia - lo si trova dappertutto. Anche in cima a un armadio, tra i libri polverosi che ti ha lasciato in eredità la tua zia.

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