martedì 15 novembre 2011

La morte non è niente (se c'è complicità)

Complicità. Mi viene in mente questa parola mentre guardo "Last Chance Harvey". L'ho già visto, in italiano, ora lo riguardo, in inglese, coi sottotitoli (sbagliati, pressapochisti) in italiano.
M'è venuta in mente, poi ho scordato perché, quale fosse la scintilla che l'aveva accesa e che s'è spenta, rincorrendo altre scene, altri pensieri.
Me la sono ricordata adesso, vedendo Dustin Hoffman ballare con un'incantevole Liane Balaban, che nel film interpreta sua figlia. La parola complicità l'avevo inquadrata prima, quando loro due, da un capo all'altro del tavolo, si erano dati uno sguardo d'intesa. Ho pensato a me e Giorgia e a una fotografia, di Francesca e di suo padre, che avevo visto su Facebook qualche minuto prima.
Possono separarci anni, chilometri, città, incomprensioni, modi di intendere la vita ma basta un attimo per ricreare la magia di un legame che non può essere troncato, neanche dopo la vita.
Faccio un salto indietro. Oggi pomeriggio, poco prima delle tre, chiesa del collegio Gallio, il funerale dell'ex sindaco di Como, Alberto Botta. E' sua moglie Lorenza che prende la parola. Ha la voce strozzata, trattiene a stento le lacrime, legge una poesia di Sant'Agostino. Inizia così: "La morte non è niente".

La morte non è niente. Sono solamente passato dall’altra parte: è come fossi nascosto nella stanza accanto. Io sono sempre io e tu sei sempre tu. Quello che eravamo prima l’uno per l’altro lo siamo ancora. Chiamami con il nome che mi hai sempre dato, che ti è familiare; parlami nello stesso modo affettuoso che hai sempre usato. Non cambiare tono di voce, non assumere un’aria solenne o triste. Continua a ridere di quello che ci faceva ridere, di quelle piccole cose che tanto ci piacevano quando eravamo insieme. Prega, sorridi, pensami! Il mio nome sia sempre la parola familiare di prima: pronuncialo senza la minima traccia d’ombra o di tristezza. La nostra vita conserva tutto il significato che ha sempre avuto: è la stessa di prima, c’è una continuità che non si spezza. Perché dovrei essere fuori dai tuoi pensieri e dalla tua mente, solo perché sono fuori dalla tua vista? Non sono lontano, sono dall’altra parte, proprio dietro l’angolo. Rassicurati, va tutto bene. Ritroverai il mio cuore, ne ritroverai la tenerezza purificata. Asciuga le tue lacrime e non piangere, se mi ami: il tuo sorriso è la mia pace.

La morte non è niente se c'è complicità. Vorrei dirlo ora, a Giorgia, perché lo sappia, perché non abbia mai paura. Ma ora dorme, mi spiace svegliarla. Lo appunto qui, così potrà leggerlo lei, un giorno, con calma. Mentre io me lo ricorderò sempre, a ogni nostro sguardo esclusivo, d'intesa.

Foto by Leonora

1 commento:

Davidone ha detto...

Pare che questa poesia non sia di sant'Agostino bensì di Henry Scott Holland (1847-1917) canonico della cattedrale di St. Paul (Londra).
Comunque sia è molto bella e intensa